sabato 28 aprile 2012

PENSIERI SABBATICI

G-spot by GPS
Ho letto di una tecnica di chirurgia plastica denominata G-shot, che consiste nell'ampliamento del G-spot (punto G) della donna.
Come ci solleciteranno le donne in futuro? Forse sussurrandoci dolcemente "Tesoro, perché non vieni a inciampare nel mio punto G?"

Dobbiamo interpellare Giacobbo e gli Angela, padre e figlio, per sapere l'esatta ubicazione del punto G o basta un rabdomante? E, invece dell'intervento plastico, un minuscolo cartello indicatore non sarebbe più che sufficiente? Diamine, mica siam qui a sorvolare il triangolo delle Bermude!

E' spassoso notare come noi uomini, sui social network, siamo molto spesso ridicoli (in verità non solo sui social network). Mi capita di leggere gli apprezzamenti, anche volgari ma il più delle volte melensi, che alcuni di noi rivolgono alle foto delle signore/ine, allineate in bella mostra nei vari album fotografici, sapientemente creati nei vari profili. Tralasciando i falsi profili, decorati con vere foto di Cosmopolitan e Vogue, e prendendo in considerazione solo i melliflui apprezzamenti fatti su quelli veri, mi diverte il pensiero che la maggioranza di noi maschietti continuerebbe tranquillamente a smanettare con il proprio ipod/ipad e non muoverebbe un dito dell'altra mano, perché impegnato a rovistare un po' di narici, se, in treno, avesse di fronte una delle citate signore/ine alle prese con il trolley da riporre nel vano bagagli.

Aristotele, nel 350 a. C. (350 b. C. per gli anglofoni) coniò la prima definizione di vegetale:
"Animale abbarbicato al terreno".
Nel 2012 d. C. (2012 a. C. per gli anglofoni), parafrasando il grande filosofo, mi sento di dare questa definizione di politico:
"Animale abbarbicato al seggio".

domenica 22 aprile 2012

IL FATO QUOTIDIANO - PATETICO INCIDENTE



Il Califfone
Oggi, in corso Quintino Sella, nei pressi del nostro nosocomio, l'impiegato di concetto Salvo Savonarola, di anni 47, è salvo per miracolo dopo essere stato investito da una Fiat Duna Abarth, che procedeva ad andatura da lumaca. La colpa dell'incidente è ascrivibile al Savonarola il quale, non rispettando la precedenza a destra, è sbucato a tutta velocità da una traversa di sinistra con il suo Califfone truccato. Il rumore dell'impatto ha creato molto panico fra i presenti, che bighellonavano nei pressi del bar antistante l'ospedale, come si è potuto appurare dai cocci a terra di ben due tazzine da caffè. Dopo essere stato soccorso e portato al pronto soccorso di fronte, dove i medici gli hanno riscontrato solo una frattura scomposta della falangetta dell'anulare destro, il malcapitato ha dichiarato agli agenti della polizia municipale che la sua fretta era dovuta all'inserzione sul giornale locale della vendita di una Fiat Duna Abarth superaccessoriata, sogno finalmente realizzabile della sua patetica esistenza. La Fiat Duna Abarth, come ci informano i più informati, ha riportato purtroppo danni irreversibili alla carrozzeria. Ma soprattutto, nella nostra città, quante Fiat Duna Abarth circolano? Il mistero s'infittisce...

giovedì 12 aprile 2012

RICETTACOLI SEDUTTIVI

Se vi scappa proprio di cadere da un moletto mentre porgete la mano alla vostra ragazza per farla salire, assicuratevi che sia pettoruta. Vi renderà l'impatto con il suolo meno anelastico e, per i sensi di colpa indotti dal vostro susseguente rantolare, vi concederà, di lì a poco, le sue grazie pettorute.
Se vi scappa proprio di perdere la testa per la più bella del muretto del vostro lido, non imbrattatele il muro del capanno con formule matematiche se ella vi rifiuta. Il pianto, che ne scaturirà, non sarà dovuto al rimorso, ma al fatto che non capirà un'acca di quello che avrete scritto.
Se, mentre si trastulla in auto, alla vostra ragazza minigonnata scappa proprio di mettersi a cavalcioni di voi, consigliatele di non farlo mentre l'auto che sosta di faccia alla vostra, mettendosi in moto, le illumina il fondoschiena: gli occupanti possono credere che gli extraterrestri ci stiano già colonizzando.    
Se vi scappa proprio di aiutare una ragazza tedesca a scendere dal tetto dei capanni del vostro lido, lasciando scivolare il suo corpo lentamente sul vostro sì da restare folgorati per quei pochi interminabili secondi, vi consiglio, appena coscienti, di rifugiarvi immantinente nel vostro capanno, perché sarete inseguiti dal papà di lei,  190 cm per 100 kg di ufficiale irato della Nato.
Se vi scappa proprio di cedere all'invito della figlia del bagnino del vostro lido a nuotare con lei, sappiate che entrerete insieme in acqua ma, molto probabilmente, uscirete, rispetto a lei, dopo un intervallo di tempo direttamente proporzionale alla temperatura dell'acqua.
Se vi scappa proprio di corteggiare una ragazza con amica gelosa al seguito, assicuratevi che risolvano la questione azzuffandosi in spiaggia, preferibilmente in perizoma e sulla sabbia bagnata.
Se vi scappa proprio di chiamare la vostra ragazza con un altro nome, assicuratevi che non sia quello della sua amica che, in quel momento, passeggia con voi.
Se alla ragazza di un vostro amico scappa proprio di tenere teneramente la sua mano nella vostra, mentre stringe la mano di lui, consigliatele di non farlo sul viale principale della vostra città.
Se alle vostre colleghe di corso scappa proprio di circondarvi di sorrisi, occhi dolci e moine prima di un esame scritto, sappiate che non dipende dal vostro fascino o dai vostri feromoni, ma dalla vostra padronanza della materia.
Se alla sorella del vostro amico scappa proprio di rendervi edotti sulla maestria acquisita con le dita del suo piedino, consigliatele di non farlo in una pizzeria all'aperto, mentre il fratello conversa con voi dell'imminente inizio del campionato di calcio.
Se alla vostra ragazza scappa proprio di adularvi sussurrando dolcemente che solo voi le fate provare certe sensazioni, credetele: vi siete bevuti anni e anni di politica italiana.
Se alla vostra ragazza scappa proprio di confessarvi che è andata a letto con un vostro amico perché in quel periodo si annoiava, credetele: in quel periodo ella non aveva proprio alcunché da fare.

mercoledì 11 aprile 2012

LA VOCE DELLA DIFFERENZA


FALSA INDICAZIONE
Confine, diceva il cartello.
Cercai la dogana. Non c’era.
Non vidi, dietro il cancello,
ombra di terra straniera.

Giorgio Caproni, Il muro della terra, 1975

VERA INDICAZIONE
Strada interrotta, diceva il cartello.
Cercai gli occhiali da sole. Non c'erano, che cialtrone!
Non vidi, dietro il cancello,
l'ombra del segnalato burrone.

Quantumtull, Il bello della diretta, 2012

LA TERRA DESOLATA

Aprile è il mese più crudele, genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, stimola
le sopite radici con la pioggia di primavera.

Thomas Stearns Eliot, La terra desolata, 1922

IL NASO DESOLATO

Maggio è il mese più crudele, genera
polline dalle spighe d'oro, mescola
sole e canto d'uccelli, stimola
le sopite narici con il vento di primavera.

Quantumtull, Il bello della diretta, 2012

STASERA
Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia.

Giuseppe Ungaretti, Allegria di naufragi, 1931

STANOTTE
Balaustrata di quarta
per appagare stanotte
i miei pensieri reconditi.

Quantumtull, Il bello della diretta, 2012

PIANTO
Più bello il fiore cui la pioggia estiva
lascia una stilla dove il sol si frange;
più bello il bacio che d’un raggio avviva
occhio che piange.

Giovanni Pascoli, Myricae, 1891-1903

SCHIANTO
Più bello l'amore cui il ritmo dei lombi
lascia una stilla dove il fior si dischiude;
più bello il bacio se davanti mi piombi,
questo cavalcar il letto a muro mi chiude.

Quantumtull, Il bello della diretta, 2012

ESPIANTO
Più morbido il rognoncino cui il coltello lucente
lascia una stilla dove il taglio si sfrangia;
più morbido il fegatino che con lama tagliente
il soffritto con cipolla noi si mangia.

Quantumtull, Il bello della diretta, 2012


mercoledì 4 aprile 2012

COSI' PARLO' BALAUSTRA

Balaustra o Zarathustra?
Codesta è una nuova rubrica, intitolata "Così parlò Balaustra", dove commento frasi catturate in rete. Buon divertimento!

Una signora si descrive così:
"... La perfezione non esiste, l'importante è stare bene con se stessi ed essere perfetti insieme alla nostra metà... "
Seguendo la signora si può affermare che la perfezione non appartiene a questo mondo, l'importante è stare bene con se stessi, non fare a pugni con la propria coscienza, ed essere, invece, perfetti insieme alla nostra metà, cioè la sua metà e la mia metà o la vostra metà, nel caso foste voi, in questo momento, i lettori. Quindi la perfezione si raggiunge se e solo se la sua metà va a letto con la mia o, eventualmente, la vostra metà. Dirò di più, la nostra metà, che dividerò con la signora, i giorni dispari a me e quelli pari a lei, domeniche alternate, dovrà spartirsi anche con tutti gli altri lettori della sua descrizione. Diventerebbe un problema quasi irrisolvibile. Signora, un appello, si tenga la sua metà non perfetta.

Ecco come si racconta una ragazza napoletana:
"... Mi posso definire una pantera con il cuore di cerbiatta... mi piace essere la regina del mio uomo, mi piace che il mio uomo mi viva dentro, desidero un uomo che mi emozioni. Odio invece la dipendenza affettiva, piangere per un uomo che mi fa soffrire e detesto gli uomini che si credono tali ma sono pari a zero... "
Come fa un uomo, mediamente più grande di una donna, a vivere all'interno di un corpo femminile? E' un alieno oppure il verme solitario. Propendo per la seconda soluzione, letta la descrizione che fa di sé la nostra "reginella" napoletana. Mi dispiace anche, povera ragazza, perché le hanno sostituito il cuore con quello di un altro mammifero.

Ecco la telegrafica descrizione di una donna leccese:
"Sono io quella che sogna una carezza che non sia menzogna!"
Tutto bene, frase che prende, che titilla le nostre corde più profonde. Ma, benedetta donna, continuerai solamente a sognare se hai come amico uno il cui nickname è "Castruccio".

Donna ravennate:
"Sensibile, emotiva, ottimista e affabile. Ho bisogno di spazi sicuri attorno. Sono leale nell’amicizia, portata a ricercare l’armonia con l’ambiente che mi circonda, ho sempre bisogno di essere rassicurata. Amo la musica, il ritmo, la danza e ho un naturale senso dell’armonia, apprezzo le cose belle della vita. Sono diplomatica e lavoro meglio con gli altri che da sola. Chiedo con insistenza attenzione e affetto e cerco di circondami di persone positive. Mi piace la sangria, la paella e ballare il flamenco..."
Anche i tuoi amici avranno bisogno di spazi sicuri dopo che avrai pasteggiato a paella e sangria. Oserei dire spazi incontaminati.

Ragazza milanese:
"Vorrei che la mia anima candida potesse brillare negli abissi dei più profondi mari ed ascoltare la dolce melodia del silenzio, della pace e della solitudine, per viaggiare nell'impossibile delle stelle, per conoscere i loro segreti e per custodirli nell'impossibile dei miei... Non mi piace chi perde tempo con le cazzate"
Un unico grido possiamo levare: premio Nobel per la Letteratura subito.

Ragazzo fiorentino:
"Bel fiorentino trasgressivo, tutto depilato e molto... in cerca di donna trasgressiva, complicità e sesso. Odio chi non ha palle!"
Ragazzo fiorentino, credo lei abbia problemi con la sua identità sessuale o con quella della sua partner.

Diamo il benvenuto a una signora romana:
"Sono come mi vedono gli altri: allegra, simpatica, dolce, educata, modesta, audace, temeraria, tranquilla, ottimista, estroversa, solare, spontanea. Non ho peli sulla lingua. Non sono gelosa, né possessiva e né curiosa. Sguardo espressivo. Praticamente: femmina"
Cara signora romana, temeraria e tranquilla nel contempo, spero che anche altre parti del suo corpo non siano ricettacoli di peli, superflui e non.

Dal Giappone, con furore e pazzia...
"Io vivo altrove, dentro la quarta dimensione, e vedo il mondo da una feritoia. La disperazione è una forma superiore di critica, per ora la chiameremo felicità perché le parole che voi adoperate non sono più parole ma una specie di condotto attraverso il quale gli analfabeti hanno la coscienza a posto"
Ecco i danni cerebrali dovuti a un consumo smodato di sushi e sakè.

Buona sera signora sempre in viaggio:
"Mi ritrovo nelle mie ombre, lontana da tutti, sola nel mio star bene. Torno, un puntino nell'infinito, un oceano di pensieri, un vulcano di emozioni. Consapevolmente felice, apparentemente e, forse volutamente, fredda e razionale. Osservo... attendo... mi dileguo.. scompaio. Come gocce che, in questa atmosfera, si nebulizzano, come aria da attraversare. Sono il niente invisibilmente presente... Amo chi sa interpretare la pienezza dei miei silenzi"
Io, invece, svendo una laurea honoris causa in psicoanalisi a chi sa interpretare la vacuità delle sue parole.

Ecco cosa desidera una signora bresciana:
"L., over 30, sposata, insoddisfatta, disponibile per maschi, 18 - 45, dotati e palestrati..."
Cara signora bresciana insoddisfatta, l'intervallo [18, 45] deve riportare anche un'unità di misura, perché non so se rientro o meno in questo range.

Signora palermitana:
"Stupidamente testarda, spudoratamente stronza, inconsapevolmente seduttiva, occasionalmente scrittrice, deliziosamente egocentrica, capricciosamente lunatica, infinitamente malinconica, assolutamente emotiva, interiormente complessa, consapevolmente indecisa, eternamente sognatrice, paurosamente romantica, innegabilmente curiosa, occasionalmente fredda, indubbiamente passionale, maledettamente fragile, fondamentalmente dolce, raramente coraggiosa, ironicamente acida, schifosamente vera... mi piacciono il mare d'inverno, un bacio dato bene e il mio Angelo..."
Voglio prudentemente, perentoriamente e drasticamente rassicurare la mia mamma che quell'Angelo non sono io.

Passiamo alla signora napoletana:
"Sarebbe ora di finirla di offrirsi come 'merce a breve scadenza'. Astenersi uomini impegnati, sposati, fidanzati e conviventi, persone lontane, giovanissimi, giovani oltre i 52, chi ha un profilo vuoto, chi si propone in cam e chi cerca sesso virtuale (praticamente quasi tutti, hihihihihih). Speriamo di stringere il cerchio. Se siete tra quelli che escludo non cliccatemi e non inviate messaggi, grazie. Gli indesiderati andranno automaticamente in ignora. Ab uno disce omnis (Virgilio)"
Evviva, rientro nel cerchio degli appetibili per la signora napoletana. Acculturata anche.

Questa concorrente è un'avvenente signorina lodigiana:
"Non chiedetemi l'amicizia se non avete foto nel profilo, mettete quella del vostro cane piuttosto, ma mettete una foto! Poi non vi lamentate se non vi rispondo; già mi arrivano tanti messaggi tutti i giorni, poi come faccio a ricordarmi con chi ho parlato? Non voglio sembrare maleducata! Ringrazio tutti gli amici per i complimenti che sono sempre benvenuti... Adoro i balli caraibici e la danza del ventre, posare e le supposte; non mi piace passare inosservata, parlare e chi insiste troppo..."
Cara signorina lodigiana, è noto, da studi della John Hopkins School of Medicine, che le donne soffrono, più degli uomini, di stitichezza, quindi posso solo immaginare, ma non condividere, la sua predilezione per le supposte a "scopo terapeutico". Però ci sono altri modi per superare questa ormai malattia sociale, dovuta, perlopiù, a staticità nelle posizioni. Le consiglio di assumerne altre o di leggere la mia raccolta di poesie per costipati.

Eccone un'altra:
"Dotata dello 'spessorone' emotivo..."
Spessorone? Iperclitoridismo, ermafroditismo emotivo?

Profilo commovente, ingenuamente dolce:
"Mi chiamo C., ho 23 anni, sono di Roma. Sono alta 1,69 cm, occhi castani, capelli castani lunghi a volte mossi, peso 57 kg, taglia 42, seno 2^ misura, scarpe 38. Sono diplomata in Alberghiera. Sono fidanzata da 1 anno. Sono qui in chat per conoscere nuove amiche. Mi piacciono tanto la boscaiola, la scaloppina al marsala, la pizza e i dolci. Mi piace tanto viaggiare, fare shopping e rilassarmi in piscina. Sono tifosa della A.S. Roma..."
Che dire? Bellina...

Una saggia donna bolognese effettivamente:
"Sono una ragazza d'effetto, cioè o si odia o si ama, questo perché dico quel che penso nel bene e nel male. Sono molto precisa e critica; inoltre sono una brava consigliera (per gli altri): non per niente mi chiamano alce, non per le corna ma per la saggezza..."
Cara ragazza d'effetto bolognese, lei mi ha dischiuso nuovi orizzonti etologici e psicologici, non sapevo che l'alce fosse un animale saggio. O scambia il suo ruminare per dubbi amletici?

Signora tedesca sulla cinquantina:
"Besser ein Spatz in der Hand als eine Taube auf dem Dach Der Teufel..." (trad. "Meglio un uccello in mano che un piccione sul tetto del diavolo...")
Gentilissima signora tedesca sulla cinquantina, ci dia almeno una mano a capire codesto proverbio...

Fulminante profilo:
"Fulminata come l'antenna parabolica sul tetto di casa mia, non basterebbe neanche un'enciclopedia di 24 volumi per descrivermi! Che dire? Scema, simpatica, suonata, scoppiata, fulminata, dolce ma quando mi girano le palline da pingheteponghete potrei diventare uno tzunami, ihihihihih... Il mio nome è Mela, Pamela, ma voi potete chiamarmi mela, pera, fragola o più semplicemente macedonia, ihihihih..."
Cari genitori di Mela, cari signori Meloni, cosa aspettate a far riparare l'antenna parabolica così vostra figlia si rimette a guardare le telenovelle?

Signora trentina:
"Adoro i miei figli e mio marito Massimiliano..."
Cara signora trentina, gli altri suoi mariti non si offenderanno dopo questa sua dichiarazione?

Signorina di Alessandria (non d'Egitto):
"Essere di buio, esco dalle nebbie del peccato per invadere i vostri incubi. Sangue e vita questo è il mio motto. La vostra vita che scorre nelle vene sarà per me nutrimento eterno. Vi aspetto... Mi scuso con tutti se non rispondo più, ma sono caduta in un baratro nero, senza uscita..."
Cara signorina di Alessandria (non d'Egitto), ecco cosa vuol dire parlare al cellulare mentre si cammina: c'è sempre un tombino aperto in agguato.

Ragazza piemontese:
"Rovesci, personalità brillante! Un buon amico, forte spirito ottimista nella vita, o quando non si rifiutano di aiutare un uomo buono. Ricambiare, e la comunicazione. Io vivo a piacere, la sua gioia ogni momento, e la carica positiva degli amici!..."
Cara ragazza piemontese, lei non solo vive a piacere, ma scrive anche a piacere...

Signora lombarda:
"Se sei l'uomo che penso non puoi essere troppo lontano dall'immagine di te che vive nella mia mente..."
I più grandi logici, da Aristotele a Gödel, tentarono invano di definire "l'uomo ideale" e lei, signora milanese, li ha spiazzati in un rigo e mezzo.

Sempre signora di Milano:
"Formosa, solare e vogliosa; ma se dovete chiedermi vogliosa di cosa, fate a meno di scrivermi, non fate per me!..."
Cara vogliosa di Milano, lei è sicuramente vogliosa di risotto con l'osso buco. Ho indovinato?

Ancora una signora milanese:
"Vivere bene è la migliore rivincita terrena, ma vivere tanto bene quanto il tuo ex vive male è paradisiaco..."
Ecco una signora che non nutre alcun rancore nei confronti del suo ex. Brava...

Zitella di Como:
"Zitella incallita ma ancora recuperabile; cerco feeling ma non prese in giro, ma forse pretendo l'impossibile! Allora, cerco un uomo vero, che ami solo me, che mi porti fuori a cena o al cinema, che pratichi un sesso da urlo ma senza urlare, fedele, libero, che trascorra con me qualche weekend ma non troppi, a cui piacciano i gatti, leggere, non necessariamente senza figli, che mi sappia tranquillizzare, che non urli e si alteri per nulla. Chiedo troppo?..."
Cara zitella di Como, ha mai pensato di praticare sesso da urlo con i tappi per le orecchie per non sentire i grugniti passionali del suo partner?

Signora di non si sa dove:
"Adoro la biancheria intima e le scarpe, il lato B degli uomini e certi sguardi su di me..."
Cara signora di non si sa dove, purtroppo ho un lato B che fa cacare, essendo un odiatore dell'educazione fisica. Riguardo a certi sguardi su di me, anch'io ne ho preso coscienza, nello specifico mi riferisco a quelli pieni di odio e rancore delle mie ex.

Donna di allocazione sconosciuta:
"Donna nell'agire e nel pensare..."
Carissima donna agente e pensante, gradirei sapere anche se lo è geneticamente, anatomicamente e fisiologicamente.

Signora genovese:
"Non sono banale: adoro il mare, le moto e la giustizia e odio il frastuono, la cattiveria e i parassiti..."
Cara signora genovese, lei forse per moto intende le biciclette elettriche, le uniche che non fanno frastuono. Per dimagrire le consiglio però le biciclette a pedali.

Finalmente una signora normale:
"Sono: a) alta 176, bionda, occhi azzurri, sensuale; b) 174, rossa, occhi castani, sguardo magnetico, insomma una favola; c) 170, chioma corvina e fluente, molto, molto intrigante d) la simpatica ranocchietta nella fotogallery; e) altro. Se avete scelto le opzioni a), b), c) o d) non potete chattare con me..."
Brava, brava, brava.

Buongiorno signora veneziana:
"Cerco un amicizia sincera e duratura, che duri!..."
Gentilissima signora veneziana, una domanda domenicale oziosa: "che duri!..." è una relativa o solo un'esclamazione?

Indecisa ragazza torinese:
"A volte mi sento una stella caduta dal cielo, ma cerco di essere sempre un raggio di sole per le persone che amo. Quando hai bisogno di me, ma non mi vuoi, allora io resto. Quando mi vuoi, ma non avrai più bisogno di me, allora dovrò andarmene?"
Carissima ragazza torinese, spero lei non sia una stella a neutroni, altrimenti siamo fottuti. Comunque risolva, prima di cadere sul nostro pianeta, i suoi interrogativi.

Coppia padovana:
"Lei e lui, carini, educati e giocosi cercano coppia della zona per condividere giochi e passioni..."
Carinissima ed educatissima coppia padovana, purtroppo sono scoppiato, nel senso senza partner, e non sono della zona. Che tipo di giochi preferite? Monopoli, tombola, gioco dell'oca, il piccolo chimico? Ditemi, vi appassiona la matematica? E la fisica?

Signora brindisina:
"Alta 1,76, bionda, taglia 42, tacchi a spillo..."
Cara signora brindisina, lei è il primo caso di mutazione genetica: piedi con tacchi a spillo. Comunque neanch'io sono da meno: basso, stempiato, taglia 54, pantofole.

Signorina modenese:
"Casinara, innamorata, spupazzata di qua e di là, nuoto in un mare mosso, che spero al piu presto diventi calmo per potermi rilassare un po'..."
Gentilissima signorina modenese, per rilassarsi un po' le consiglierei meno ginnastica di quel tipo e più camomilla.

Una bella signora cagliaritana:
"Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi... E’ l’amore che è essenziale. Il sesso è solo un accidente. Può essere uguale o differente. L’uomo non è un animale, è una carne intelligente, anche se a volte malata..."
Bella signora cagliaritana, io pratico sesso accidentalmente differente ogni sette anni, cioè ogni sette anni mi capita una pia e compassionevole donna, la cosiddetta donna sabbatica. Purtroppo sono ancora al sesto anno, quindi continuo con la mia pratica accidentalmente uguale.

Signora friulana con centauro annesso:
"Castana occhi e capelli, corporatura normale, alta 1.68. Mi piace andare in moto, stare in compagnia, le risate, viaggiare, trovare amici a cui piacciono le stesse cose per poterle fare insieme a me ed al mio compagno..."
Grazie signora friulana del suo gentile invito, ma preferisco andare a piedi.

Provocante signora goriziana:
"Sono aggressiva, mi piace tutto delle donne, provoco spesso i miei amici, marito compreso..."
Gentilissima e provocante signora goriziana, suo marito le è sicuramente riconoscente per averlo annoverato tra gli uomini che riesce a provocare.

Finalmente ho scovato la mia donna ideale:
"Strabica, naso adunco, labbra sottili, piatta come una tavola, espressiva come una trave, solo per amanti del rischio, veri coraggiosi, eccentrici..."
Grazie di esistere, lei è veramente unica, in tutti i sensi! Mi può credere.

Bellissima signora veneta:
"Quello che ho fuori m'è stato donato, ciò che ho dentro l'ho conquistato ..."
Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia.

La suocera perfetta ultracinquantenne:
"Visto che mi cancellano spesso, non metto più le foto di mio genero; comunque ho scoperto che c'è anche lui in chat: se lo vedete, salutatemelo, baci ..."
Cara suocera perfetta, faccia la mammina perfetta e posti le foto della moglie di suo genero, così anch'ella sarà in chat e ci comporteremo come in una famiglia allargata. Sorbole, non siam mica qui a temperare le gommine delle matite.

Sedicente signorina di Dubai:
"Solo conoscenze via chat e stop. Non ho msn, ho, sì, una foto ma non la divulgo spesso, non ho il cellulare, no altro. Per favore no richieste d'amicizia. Grazie ..."
Graziosissima signorina di Dubai, anche Einstein ebbe i suoi stessi timori, infatti divulgò la sua teoria, una parte nel 1905, la restante nel 1916. Rinuncio a capire i grandi scienziati e le belle donne.

Giovane sposa milanese:
"Sposa birichina... disprezzo la deficienza di tante persone"
Cara e pur cara sposina, suo marito ne sarà ben lieto, ha una moglie birichina che lo disprezza. Cosa vuole di più dalla vita?

Infernale signora parmigiana:
"Inferno liquido in mente peccaminosa, animale di razza selvatica, sicura nel suo odore di femmina ..."
Odorosa e peccaminosa signora parmigiana, lei è veramente sicura si tratti di odore di femmina feromonico e non di puzza di parmigiano ammuffito?

Signorina scollacciata di Ravenna:
"Bella non brutta, bionda non mora, alta non bassa ..."
Calda non fredda, basica non acida, dolce non amara, blu non gialla, a quadretti non a righe, lessata non arrostita.

Credente e seminatrice signora perbacchiana (città di residenza: Perbacco):
"Credo dunque penso e cerco di interpretare la realtà. Semino dubbi e cerco di risolverli seminando dei nuovi. Nessuna verità è indiscutibile..."
Cara seminatrice di dubbi, non ha mai pensato di coltivare oltre che seminare, per esempio, cicorie?

Signorina milanese:
"Sono stra stra stra innamorata..."
Stra stra stra ordinario.

Volumetrica signorina:
"Io prismaticamente io... amo essere capita al volo"
Calcolo del volume della prismatica signorina: volume = area di base x altezza, si ritrova in questa descrizione?

Piccante signora palermitana:
"Sono il tuo cibo più piccante, la tua bocca dovrà divorarmi... e bruciare... e farmi urlare di piacere, finché ne avrò voglia... Ho trovato queste parole in giro per il web, sono quelle che, in qualche modo, mi rappresentano."
Grazie, piccante signora palermitana, per avere specificato che sono parole non scaturite direttamente dalle sue "piccole" labbra.

Signora di non si sa dove (Mistress Nowhere):
"Non sono interessata a sesso e limitrofi..."
Vediamo paesi vicini a Sesso... ah, ecco: Sesso Aurunca. La signora non visiterà mai Sesso Aurunca.

Signorina fiorentina:
"Forma curvilinea, senso anestetico, presta aiuto al contenimento di onde stazionarie e indesiderati moti vibratori, al di sotto del cabinet, versatile dai toni freschi e vivaci, integrata armoniosamente ad un diffusore compatto che si chiama homus, perciò già in fusion con un sax tenore, non in cerca di performance virtuali, la mia gamma centrale è oltremodo soddisfatta, grazie, prego non insistere con compromissioni di ampiezza: è inutile..."
Ecco le conseguenze delle bistecche alla fiorentina ricavate da mucche pazze: hanno trasformato una promettente ricercatrice di fisica in una schizoide perfetta.

Atletica e robusta signora del Veneto:
"Sempre disponibile al dialogo..."
Signora, può dire qualsiasi cosa, per me lei ha sempre ragione.

Giovane signora di Bolzano:
"Sposata, non in cerca di sesso, ma solo quattro chiacchiere; quindi lontano da me chi ha intenzione di sesso..."
Graziosa sposina di Bolzano, suo marito ha già un ordine restrittivo?

Quarantenne signora di Modena:
"Sono troppo fuori!..."
Quindi anche stasera la cena devo prepararla io! Ok, continuiamo con questo andazzo.

Donna quarantenne napoletana:
"Sono una donna fortunata. Ho la gioia di vivere, cerco di sorridere alla vita, sempre, ma talvolta inciampo. Ho imparato: sorridi sempre e la vita sorriderà a te"
Fortunatissima donna quarantenne napoletana, lei ha la gioia di vivere, io la maglia della salute, nella quale non inciampo, al limite la indosso all'incontrario.

Simpatica signorina reggiana:
"Cerco qualcuno con cui scambiare qualche messaggio prima di andare a dormire. Cerco una persona che mi assomigli e che sia dolce con me.
Non mi sembra di chiedere tanto. Un bacio. Amo la pallavolo e dormire..."
Simpatica signorina reggiana, lei mi ha illuso! Credevo che quel "dormire" alludesse, invece a lei piace proprio dormire. Perché allora non prova con una termocoperta o uno scaldino elettrico?

Purificata signora bolognese:
"Secondo me lo stare in un social network ha un senso solo se si crea uno scambio tra chi frequenta il social network stesso: ogni giorno spero di trovare decine di commenti alle mie foto, non sempre accade. Ma non scoraggiamoci, come non si scoraggiarono gli Stati Uniti quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbor. Mi piace praticare la castità, perché purifica la mente..."
Soavissima signora purificata bolognese, so che "frau" Yoko Ono è profondamente addolorata per il comportamento dei suoi "compatrioti" tedeschi a Pearl Harbor. Ma siamo sicuri che la troppa castità non le abbia purificato troppo la mente?

Seducente signora varesotta:
"Cinque gocce di Chanel prima di andare a dormire, allergica agli idioti. Amo la tua lingua sul mio corpo, l'amore fatto con vera passione, il mio nettare..."
Seducente signora varesotta, ape regina del mio alveare, basterà l'intera superficie del suo corpo per contenere tutti i vocaboli della mia lingua o mi devo premunire di rotoloni Regina?

Saggia signora mantovana:
"Mia nonna mi diceva sempre "attenta agli uomini!"; cosa poteva dire dopo dodici figli..."
Carissima signora mantovana, però anche sua nonna, recidiva fino alla nausea.

Signorina che sogna in grande:
"Ci sono persone che sognano grandi case. A me capita con gli armadi. Mi piacciono anche le borse grandi..."
Cara signorina sognatrice, lei è proprio sicura che sogni solo queste cose grandi?

Signora con marito geloso:
"Mi sentivo vecchia, mio marito, geloso, si è arrabbiato, mi ha riempita di foto dicendo: - Mettile in rete e vediamo se ti dicono vecchia! - Eccomi qua, che ne dite?..."
Cara signora con marito geloso, i visitatori del suo profilo commentano le sue "artistiche" foto con quasi tutti gli aggettivi della lingua italiana e dei rispettivi vernacoli, ma sicuramente non usano l'aggettivo vecchia.

Ecco il Sancta Sanctorum svelato, quindi scevro di miei commenti che potrebbero solo deturparlo.
Quarantenne signora torinese:
"Musa adombrata e voluttuosa dal sofisticato intelletto decadente-libertino-estetizzante. Perdermi è più facile che trovarmi.
Io mi amo perché:
1. Ho mani bianche con dita lunghe e affusolate.
2. Ho un senso della lealtà e della giustizia pari solo a quello di Dio Padre Onnipotente Creatore del Cielo e della Terra. Odio ogni forma di diplomazia e ne sono orgogliosa.
3. Sono buona come Cristo e spietata verso gli infami, gli insensibili, i cinici, i disaffettivi dall’anima gelida e incolore.
4. Il lavoro che ho l’ho trovato da sola, senza conoscenze né raccomandazioni da parte di nessuno
5. Ogni tanto regalo dieci euro a qualcuno che vive per strada solo per il piacere di vederlo sorridere per un momento. Gli spiccioli, quelli sempre.
6. Ho preso 30/30 all’esame di medicina legale con il prof. Pierluigi Baima Bollone, medico legale e sindonologo di fama mondiale, e 28/30 all’esame di diritto costituzionale con Gustavo Zagrebelsky e mi sono laureata in giurisprudenza.
7. Nel mio cassetto dell’intimo non ci sono mutande sgrause ma solo perizomi.
8. Ho una voce limpida e cristallina da sirena.
9. Ho una forza fisica pazzesca, paragonabile a quella di un uomo forte e non so da dove mi arrivi. Forse dal Cielo, forse dall’Inferno. Come la Bellezza di un fiore del male.
10. Ho una salute di ferro, emocromocitometrico completo perfetto, e l’unico medicinale che prendo è l’aspirina in caso estremo.
11. Ho gambe slanciate e caviglie sottili che terminano con deliziosi piedini che calzano scarpe con tacco a spillo.
12. Una volta sono morta ma poi sono risuscitata.
13. Ho un bel sorriso, denti bianchi e regolari.
14. Mi faccio la brazilian wax da sola in 20 minuti senza cacciare nemmeno un urlo.
15. Ho fatto il test del Mensa e ho ottenuto un ottimo risultato.
16. Un'altra amica come me non esiste.
17. Ho un fondoschiena che piace. Il seno pure. Le gambe anche.
18. Conosco almeno tre modi per commettere un delitto perfetto.
19. A volte sono un ponte tra questo mondo e l’altro, anche se ho paura delle botte di sensazioni consapevoli che mi arrivano sulla pelle.
20. Riesco sempre a sapere quello che voglio: la CIA mi fa un baffo.
21. Non credo alle previsioni del tempo: sono più efficienti i miei tarocchi.
22. Il sesso come lo faccio io, lo faccio io e basta."

Concludo la "profonda" parentesi dedicata ai temi "filosofici" trattati in Così parlò Balaustra con il mio profilo. E' facile predicare e pontificare sugli altri, meno su se stessi. Invece io dimostrerò il contrario, perché io predico male e razzolo peggio ...
Signore cinquantenne foggiano:
"Zitello antireligioso miscelato con un pizzico di fisica, matematica e filosofia. Convinto assertore di una teoria di campo quantistica delle interazioni umane (teoria della consapevolezza umana come risultato di fenomeni quantistici localizzati nei microtubuli dei neuroni). Estimatore del rock progressivo inglese e del new progressive d'oltreoceano. Pregi: lancio del sasso nello stagno con la mano sinistra. Difetti: lancio del sasso nello stagno con la mano destra ..."

Qualche tempo fa decisi di non pubblicare più le perle di saggezza quotidiana di "Così parlò Balaustra". Ebbene devo smentire me stesso, perché ho rintracciato giorni addietro, sommerso da fogli e note, stipati in un cassetto di questa enorme scrivania virtuale, il testamento "spirituale ed intellettivo" del Nostro. Non posso far altro che condividerlo con voi affinché la vostra vita si arricchisca di nuova linfa. Io non provavo una tale eccitazione mentale e fisica dai tempi delle frequentazioni di una mia pettoruta collega di università.
Che la conoscenza sia con voi:
"Se quella assenza interpretativa non esistesse, si penserà che qualcuno abbia risolto il principio di indeterminazione. Ma così, non ci sarebbero più problemi di cromodinamica quantica, o supergravitazionale o relativistica. Esiste, invece, tra la dimensione 10^-35 e la 10^-18, ove si calcola l’unificazione di tutte le interazioni fondamentali, una mondità o un cosmo infinitesimo o un chaos, meglio un chaosmos infinito, tutto da esplorare. Forse lì non c’è il nichilismo assoluto, non regna l’instabilità fluttuante del tempo e della spazialità, ove il principio di indeterminatezza si svela quale principio ermeneutico o d’interpretanza catastrofica.
Si potrà invece classificare una varietà topologica che disveli un’area, ove fluttuino singolarità metastabili, interpretabili con una nuova ermeneutica quantistica, o se non si creasse suscettibilità, una vera e propria ontologia quantica. Là nella dimensione metastabile, compresa tra il 10^-18 ed il 10^-33, vigerà sempre ed eternamente il principio di indeterminatezza, ma sarà presente, o apparentemente assente, l’ermeneutica dell’interpretanza morfogenica, o morfologica od ontologica.
C’è un chiasma di interagenza tra le due o tre mondità: la stabile o cronotopica immaginaria; la instabile, fluttuante e chaotica; la metastabile e metamorfica od ontologica, ove si svela la morfologia dell’ermeneutica quantica. Lì le singolarità si eventuano in trivarietà a densità assoluta o relativa.
Quando gli eventi virtuali trovano una morfogenesi chaosmica in sé, la loro metastabilità si disvelerà in una trivarietà a curvatura positiva o negativa, genesi di eventuale materia, o energia, o antimateria.
La morfogenesi subquarkica è l’evento metastabile che genera più interesse: se si desidera interpretare la sua morfologia dinamica superficiale, l’ermeneutica coinciderà con le teorie delle supercorde o delle membrane, ove le dimensioni energetiche sono eventuabili con la supersimmetria quantistica o graviquantica; se invece si immergesse la sonda nell'intimità chaosmica della varietà, scelta trinitaria per consentire una simmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità autentica della ontologia quantica.
La trivarietà vuota, nella sua spazialità topologica, è abitata dall’orbita di un superquark, o gluone, o gravitino, o leptone, o neutrino virtuale nel toroide di destra, sinistra, centro; ma anche nella spazialità animata nucleare si eventueranno presenze vuote, o nulle, o neutre, o virtuali, o immaginarie."

UNIVERSI PARALLELI

Fiat 127 Sport
"Ascolta Angelo, anche se nevica forte ti riaccompagno con la 500" - il mio amico cerca di convincermi a cenare da lui. "Ma tra un paio d'ore ci saranno almeno 10 centimetri di neve, la tua 500 sarà in grado di riportarmi a casa?" - sono convinto che non è la serata adatta per uscire. "Guarda, è già tutto pronto, mia madre ha preparato una sua specialità, zuppa alla francese; poi se ci va, la innaffiamo con una bottiglia di Porto e dopo cena mettiamo sul piatto qualche lp di progressivo... sì, certamente, non faremo tardi, ma poi domani è domenica, a che ora ti alzi?... in media ti concedi mezz'ora in più rispetto ai giorni di scuola: lo ripeto, sei strano, l'ho detto anche ai miei!... Ah, dimenticavo, se non è tardi telefoniamo alla nostra collega... quale collega, mi chiedi!... la padroncina del chow-chow... tutta sorrisi e abiti firmati che ha paura di contrarre le malattie esantematiche perché da piccola i genitori la ritiravano da scuola appena scoppiava un'epidemia!" - la sua logorrea mi sta sommergendo, è pur sempre un dj di Radio Flash. Riesco a sillabare solo scuse inefficaci durante le sue brevi pause e, porca miseria, sto diventando rosso perché l'ha nominata... Penso - "sono un coglione, sicuramente anche lei l'ha capito, colpa della mia timidezza e della mia inesperienza... riesco a disegnare mentalmente funzioni nel lasso di tempo che agli altri serve per scriverle sul foglio, ma se mi sorride non capisco più niente, entro in una sorta di afasia mentale!" - ma all'altro capo del filo giunge un imbarazzato e strascicato - "Guarda, ti sbagli, non sono affatto innamorato di lei!" - L'ho appena detto e vorrei sprofondare nel girone degli imbecilli.  - "Ah, lo sapevo... ma tutti l'hanno capito, credo anche il professore di analisi: l'altro giorno non ti chiese di correggere una parte degli esoneri e tra quelli c'era, guarda caso, anche il suo... voleva vedere se eri titubante a sottolineare eventuali errori della nostra sofisticata amica... sì, lo so, il professore supervisionava, ma a te piaceva essere al centro dell'attenzione... non dirmi che non hai pensato che la sua media allo scritto d'analisi sarebbe dipesa anche da te... se tu avessi voluto, avrebbe potuto, quella sera, esaudire qualsiasi tuo capriccio... ah, è vero, tu sei il cavaliere senza macchia, ma, devi ammettere, con un bel pò di paura, se non riesci ad essere te stesso quando è presente... ma poi cosa ci trovi in lei... se vuoi divertirti e fare esperienza entra in un'aula dei corsi di matematica, proprio se non vuoi girare tutti gli istituti di Torino"- ancora una volta mi sta fagocitando con le sue parole! Ho deciso di accettare il suo invito perché sono sfinito e non mi va di ascoltarlo ancora... m'imbarazza anche continuare il discorso intrapreso - "Va bene, m'imbacucco per bene e prendo l'autobus che passa tra 20 minuti" - "Angelo, aspetta, un'ultima cosa: sarò ancora bloccato qui in radio  almeno tre quarti d'ora, massimo un'ora... comunque non preoccuparti, a casa ci saranno i miei a riceverti, ahahah... l'ho detto come se fosse un invito ufficiale, ma per un cavaliere e la sua futura dama mademoiselle de Chow-chow... e poi con il cognome che ti ritrovi, è il minimo! - attraverso la cornetta lo sento ridere di gusto a questa sua battuta  mentre nella mia mente si configurano alcuni simpatici modi per strangolarlo.
Saluto mia zia - "Non ti preoccupare zia, non farò troppo tardi, massimo mezzanotte" - "Ciao Angelo, mi raccomando" mi dice e sottolinea mi raccomando allungando le vocali per darsi un tono cisalpino.
Da cinque minuti sono al riparo sotto la pensilina della fermata, la neve continua a cadere sempre più fitta. Finalmente vedo delle luci che illuminano una siepe distante una cinquantina di metri, tre secondi ancora e il 58 svolterà per immettersi sul viale dove sto aspettando. Salgo riponendo il mio ombrello - "Sì... ho preso il tesserino d'abbonamento... meno male... stasera non mi va proprio di pagare una multa per un biglietto di 75 lire, poi, per una corsa di soli 15 minuti" - mentre mi rilasso nei sedili in fondo alla vettura mi accorgo che è semideserta, ma in un sabato sera nevoso non ci sono molte alternative ai programmi televisivi nazional-popolari. Sembra che le auto che procedono lentamente nella corsia di sorpasso facciano da scorta alla mia inquietudine, m'immagino i pensieri degli occupanti, le discussioni delle coppie e i loro urlati silenzi. Cosa stanno ascoltando?... Se il primo esame andrà bene, i miei amici ed io abbiamo deciso di girare per i viali della Crocetta con la 127 Sport arancione di Ermanno e stereo a palla con le canzoni di Mario Merola... già, lei abita lì!  
La fermata è l'ultima del quartiere San Donato. Scendo e l'autobus riparte alla volta di Porta Susa e via Cernaia. Una cinquantina di metri ancora, sembra nevichi con minore intensità. Torino è veramente una città misteriosa, anche l'illuminazione pubblica, così fioca, conferma e alimenta questa sua nomea, e una serata invernale come questa certo non dà adito a fraintendimenti. Ecco il palazzo dove abita il mio amico; non ci sono mai stato, abbiamo studiato sempre in biblioteca... signorile però, molto probabilmente costruito subito dopo l'ultima guerra e ristrutturato da poco... aspetta cosa mi ha detto che è il padre... di religione valdese... ah sì, dirigente di una ditta che si occupa di microelettronica. Citofono: una bella voce distinta di donna mi risponde: "Ah, sei l'amico di Marco, il fisico teorico pazzo... scusa è così che ti definisce quando parla di te, credimi però ti ammira veramente... ora mio marito ed io stiamo scendendo per andare al Regio, tu non ti preoccupare resta Nicole fino all'arrivo di Marco". Ecco da chi ha preso il mio amico, mia madre avrebbe fatto capolino dal finestrone del mio studio e si sarebbe limitata a dire: "Angelo non c'è ancora!" aspettando con impazienza un "Mi scusi signora, ripasso più tardi". L'ascensore arriva portando i genitori di Marco: lei una bella signora bruna, sui quarantacinque, frangetta, matita per allungare il taglio degli occhi, labbra di un rosso non tanto acceso, direi perfetto; lui in loden, baffetti e sorriso da attore consumato, sulla cinquantina... bella coppia! Saluto, mi presento e salgo. Ora mi lasciano con il fratello di Marco, ma poi perché hanno detto "Nicole" quasi alla barese... una battuta su un nome molto diffuso a Bari o sul mio accento? Ma io sono foggiano! E ho sempre pensato che Marco fosse figlio unico. Suono e, quasi all'istante, una voce in falsetto domanda "Chi è?". Alla mia risposta, mentre armeggia con la serratura, mi conferma: "Ah, lo scienziato pazzo!". Ma è la fissazione di questa famiglia, poi detto da un bimbetto di prima media... Ed ecco che mi appare... una visione celestiale, tubino nero a collo alto,  un metro e sessantacinque di forme sinuose, capelli raccolti come una dea greca, occhi di un viola marino, intenso come solo le burrasche invernali sanno creare. Io balbetto: "Sì, sono io que.. quello". "Angelo, è vero? ma entra cosa fai là impalato sull'uscio... puoi accomodarti nella mia camera... la giacca a vento me la puoi dare o appoggiarla in camera, come vuoi... a proposito prendi un whisky, un cognac o del rhum? stasera fa veramente freddo! Così ci si riscalda un pò..." A me esce solo "Un bicchier di latte caldo, grazie". "Ma allora ha ragione mio fratello che sei matto: un bicchiere di latte caldo è la risposta più strana che potessi darmi, ma voi genialoidi vivete in un'altra dimensione!" lei mi sorride divertita ed io voglio baciarla, ma mi accomodo, sconfitto dalla mia timidezza, nella sua camera. "Metto sul fuoco il pentolino con il latte e sono da te" replica lei, ad alta voce, dalla cucina. La sua camera disvela il passaggio di una ragazza dalla fase adolescenziale a quella della piena maturità: libri di fiabe, cuscinetti rossi a forma di cuore, orsacchiotti e gattini di peluche guardano immoti i libri di latino e di greco dell'ultimo anno, quelli di matematica e fisica, meno vissuti, riviste di archeologia e viaggi... stivaletti dal tacco altissimo e scarpe a décolleté sparsi e non appaiati. Lei entra: "E siediti, Angelo, scusa il disordine, sto per uscire e ho sparso un pò di roba... vuoi ascoltare della musica?" sta indicando un impianto stereo di ultima generazione - "anche mio fratello ne ha uno simile solo un pò più potente". Gli lp erano disposti su due mensole lungo tutta la parete, forse un centinaio! Mi accomodo su una poltrona stile ufficio del direttore generale di Fantozzi e mi sembra di essere proprio Fantozzi alle prese con eventi che non sa gestire... eppure non sono malaccio e qualche avventuretta estiva a Pesaro l'ho avuta anch'io! Lei mi sta dicendo che frequenta l'ultimo anno di liceo classico, anche se è due anni più giovane di Marco, è andata un anno prima... Mi sorride ed io, in quegli attimi, non ricordo il nome dell'altra. "Oh, scusami, sicuramente il tuo latte caldo è pronto, te lo verso in una scodella... lo correggo con del cognac?... Ci vuoi del miele dentro?... Ok, solo miele... eh, il miele!..." sorriso sornione e sparisce. Sto sudando, la neve fuori dalla sua finestra cade lieve e lei ritorna... mi porge lentamente la scodella e le mie mani nel prenderla accarezzano le sue in un interminabile passaggio "E' calda... la scodella?"
Il telefono squillò, mia zia entrò in camera "Angelo, un tuo amico vuole parlare con te". Avvicinai la cornetta all'orecchio e risposi "Sì, chi parla?". "Ciao, sono Marco,  perché non vieni a casa mia stasera? Ascolta Angelo, anche se nevica forte..."

QUAL E' IL SIGNIFICATO DELLA VITA?

Decadimento del protone
Molti anni fa restai un intero anno chiuso in casa perché volevo osservare il decadimento del protone.
Il protone si riteneva una particella stabile, immutabile, anzi alcuni di noi lo disegnavano sulla lavagna con le sembianze di Ernest Rutherford, baffi e cravattino compresi. Poi un bel giorno Sheldon Glashow, un capellone che inforcava gli occhiali sempre a sghimbescio, disse "No, non è vero! Secondo me il protone decade e lo fa deruzzolando in un positrone e un pione neutro". Allora noi tutti ci precipitammo al bar del dipartimento di fisica ed ordinammo un bicchiere d'acqua, non uno ciascuno, ma solo uno per tutti, la ricerca non paga in Italia.
Poveri illusi. Il decadimento del protone, secondo il capellone occhialuto, è un evento molto raro in natura, con un limite inferiore per l'emivita di 1.6 x 1033 anni, un periodo di tempo estremamente lungo, straordinariamente più lungo dell'età dell'universo. Pensa che ti ripensa finché a me non venne un'idea. Se non posso aspettare 1033 anni, posso procurarmi però 1033 protoni, nuclei d'idrogeno, e attendere solo un anno, tanto non ho appuntamenti, sono zitello.
Rapidi calcoli: una mole d'acqua = 18 grammi = 6.023 x 1023 molecole d'acqua = 2 x 6.023 x 1023 atomi d'idrogeno = 2 x 6.023 x 1023 protoni. Per avere 1.6 x 1033 protoni belli freschi, quanta acqua fresca mi sarei dovuto procurare? Divisi 1.6 x 1033 protoni/(2 x 6.023 x 1023) protoni/mole = 1328241740 moli = 23908351320 grammi = 23908351.320 litri d'acqua, cioè quasi 24 milioni di litri d'acqua, che potevano essere contenuti in un serbatoio cubico con lo spigolo lungo 28 metri e 81 cm.
La costruzione non comportò gravi problemi. Obiettivamente mica chiesi a mio padre di costruire e saldare un paraboloide iperbolico, noto a tutti con il nome di paraboloide a sella, ma un semplice cubo di soli 29 metri d'altezza, 29 metri di larghezza ed altrettanti di profondità.
A lavoro di mio padre ultimato, lo riempimmo con i quasi 24 milioni di litri d'acqua. Anche in questa fase egli apportò un valido aiuto essendo, a quei tempi, impiegato dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese.
Apparecchiate le apparecchiature, iniziai ad osservare. Niente, mi passavano davanti agli occhi oscillazioni di neutrino, decadimenti strani, rotture di simmetrie, bosoni di Higgs,  ma nessun decadimento di protone, neanche un breve e ceruleo lampo di radiazione Cerenkov che annunciasse il lieto evento. Scoraggiato e puzzolente, perché non prendevo un bagno da quasi un anno, barba incolta, occhi incavati, vitrei e spiritati da pazzo furioso, mandai tutto all'aria, feci una cinquantina di docce e mi fidanzai.
Avevo finalmente un preciso scopo nella vita, contare i nei sul corpo della mia ragazza. Facile a dire, difficile da realizzare, perché ogni volta che mi approssimavo alle parti intime, mi venivano su altre voglie e, accantonato l'innato impulso alla conoscenza scientifica, mi lasciavo trascinare da altri istinti. Dopo, purtroppo, mi toccava ricominciare daccapo a contare. Fu durante uno di questi riconteggi che a me venne un'altra geniale idea. La convinsi a farsi mappare i nei da una dermatologa, non dermatologo, ero geloso, così avrei saputo il numero esatto dalla dottoressa. Ma il rapporto medico-paziente è sacro e inviolabile come quello sacerdote-penitente. A meno che non la seducessi e mi facessi dire quel benedetto numero. La mia indolente monogamia mi indusse a lasciare la mia ragazza per la dottoressa, ma a quel punto sapere il numero di nei della mia ex a cosa sarebbe servito? Così iniziai a contare i nei della dermatologa, ma, di nuovo, l'intimità carnale mi distolse dall'intento. Cosicché fui fermamente motivato a consultare un'altra dermatologa ...
Quindi qual è il "vero" significato della vita? Ecco, appunto: una successione ricorsiva di atti non compiuti.
P.S. - Per gli assetati di conoscenza metto a disposizione i quasi 24 milioni di litri d'acqua conservati ancora nel serbatoio cubico.

BIOGRAFIE, BIOLOGIE E BIOMETRIE DI ILLUSTRI SANSEVERESI


SANSEVERIPEDIA: l'enciclopedia on-line che ti spegne gli ultimi barlumi di conoscenza.

ASSUNTI ANNIBALA, pseudonimo di Annibali Assunta (1971 - vivente), cantautrice sanseverese. L'afflato introspettivo ed intimistico del suo periodo new melodic le derivava dall'attrazione per le piccole cose di ogni giorno, semini di mela, semi di girasole, pastina per neonati, corallini, che introduceva sistematicamente in tutti i suoi orifizi corporei. L'innocente, e poco doloroso, vezzo le procurò una voce sensualmente nasale, dovuta all'intasamento dei turbinati. Di questo periodo, dove il lirismo dei suoi testi raggiunse l'acme con la canzone "Scrivimi ti amo sulle ali di un colibrì", ricordiamo il doppio album "Pochissimi secondi con i secondini" (1991) e il must "Sconosciuti meandri" (1993). Conobbe il suo compagno, attuale tecnico del suono dei suoi concerti, ad un sound-check del gruppo punk-rock statunitense Offspring. Egli la soccorse perché una nota distorta, uscendo troppo distorta da un amplificatore con un wattaggio troppo alto, le provocò la fuoriuscita di tutti i semini, chicchi di grano e corallini che le ostruivano i dotti auricolari. Si sentì rinata e finalmente sentì bene. Grata al suo salvatore, trascorse con lui la prima di una serie ininterrotta di notti di fuoco ed imparò che si potevano introdurre anche cose meno piccole nei propri orifizi. Ora è una viscerale e accattivante cantante metal-rock, incoronata regina dell'hard-rock nostrano dalla rivista musicale "Il flauto dolce soprano". Di questo periodo citiamo il triplo album "Scappatoie e scappatelle" (2002).

BRONISCALCHI EZECHIELE, detto Zì Chechelë (1959 - 2004), antropologo ed etologo sanseverese. Maturò fin da giovane un profondo interesse per i comportamenti animali, umani, delle eventuali future ex-fidanzate, della eventuale futura moglie, delle piante dicotiledoni, degli spettatori di film porno e propri. Ampliando gli studi di Lorenz sul comportamento animale, gli studi di Mendel sulla genetica dei piselli, quelli di Pavlov sui riflessi condizionati, quelli di Reich sulla sessuologia e quelli di Weininger sull'algebrizzazione della sessualità, riuscì, suo malgrado, a catalogare e sistemare definitivamente le classi behavioristiche più importanti, a livello scientifico, dei sanseveresi: i cafardi, gli spaccapiazza, gli allupati, i ciaciacchi, i ruminanti, gli sputacchianti, i pinguini, gli stanziali, gli pseudointellettuali, le orgiaiole, le santocchie e le mamme con il suv, che stazionano ore e in doppia fila davanti alle scuole dei propri pargoli, classe in rapida e minacciosa crescita. Determinò altresì, dopo anni di snervante ma preziosa, sempre dal punto di vista scientifico, attività sessuale, la fenotipologia della femmina alpha sanseverese. Ne sposò una maledicendo, in seguito, il momento in cui prese questa insana decisione. Morì per inedia e chiuso in bagno, dopo aver gridato (confermato dai vicini di casa) per l'intera giornata il nome della moglie, che era momentaneamente a letto con un maschio alpha, perché gli porgesse un rotolo di carta igienica.

BRØNTË JOHANNES, detto 'Mbròntë Giuvànnë (1974 - vivente), poeta e chimico danese naturalizzato sanseverese. Bambino prodigio, si laureò summa cum laude, a soli 13 anni, in chimica teorica all'Università di Copenhagen, discutendo una tesi sul metodo Monte Carlo quantistico applicato ai mobili componibili dell'Ikea. Nel 1994, durante una gita in Italia che avrebbe dovuto portare i Brøntë in Val di Susa, un cartello stradale, preso di mira da cacciatori idioti e da pericolosi delinquenti, indirizzò la simpatica famigliola danese a trascorrere le vacanze estive a Campomarino. Lì Johannes venne irretito da una seducente e polposa signorina sanseverese, meno giovane di lui di qualche anno, segretaria di professione, ninfomane per passione, futura musa ispiratrice del nostro. Lasciata la famiglia, lasciata la professione di ricercatore, lasciata anche Campomarino per San Severo, egli s'immerse completamente nella poesia e nell'arte ludica ma non pudica. Non impiegò molto a trasferire la sua notevole intelligenza dalla chimica teorica al sonetto endecasillabo e all'ars amatoria, diventando in quest'ultimo campo più bravo della sua insegnante. Autore di alcune tra le liriche più struggenti del repertorio nostrano, capisaldi della letteratura erotica italiana, esse sono raccolte in "Turgida è la notte" e "Capezzoli al vento".

CACIOGALLO ANACLETO (1901 - 1960), matematico sanseverese, abachista. Dopo aver trascorso cinquant'anni nel vano tentativo di fare niente, deluso dagli scarsi risultati, si propose di compilare la più grande tavola pitagorica del mondo. Purtroppo la sua morte prematura stroncò anche questo ulteriore disegno. Di lui ci restano un libro, intitolato "Dalla A all'Abaco - Storia di uno sforzo inutile" e un patchwork sul quale è ricamata una tavola pitagorica del 1957 (numero non annata), 20 metri per 20 metri.

DEGATTIS SONIA CRISTINA (1963 - vivente), neurofisiologa sanseverese. Studiosa di biofisica quantistica con particolare attenzione allo spegnimento della coscienza tramite anestetici, che interrompono l'azione dei microtubuli inibendo l’elettrone libero che crea le due diverse conformazioni della tubulina. Conosciuta però per il suo vezzo di ricreare, quando si reca al mercato, la scena della sua prima schienata su buccia di banana. In tal senso viene allestito solo per lei, dai fruttivendoli, un percorso obbligatorio disseminato di bucce. Tutto questo per soddisfare la sua irrefrenabile voglia di farsi notare. In questo momento ha un polso rotto e zoppica perché è stata investita da un bimbetto in triciclo.   

DELPARCO VITTORIO ADALBERTO (1919 - 2001), polemista sanseverese. Esonerato dal servizio militare per insufficienza toracica, riparò in due città che, a parer suo, non avrebbero mai subito bombardamenti: Londra e Cassino. Scampato a innumerevoli azioni belliche, su di lui iniziò ad attecchire la nomea di iettatore, tant'è che la gente si precipitava nei rifugi antiaerei appena si spargeva la notizia della sua presenza. Rientrato a Londra dopo la 2^ Guerra Mondiale, fu folgorato dalla visione del panchetto in Hyde Park e capì allora quale sarebbe stata la sua missione terrena. Nella nostra città si attrezzò inizialmente con una cassetta della frutta rivoltata e rinforzata, posta davanti al Teatro. Nel periodo di maggiore fama, si fece costruire un vero pulpito a piazza Allegato, riunendo per le sue invettive pensionati, ospiti della Marchese, ragazzi che marinavano la scuola, casalinghe che rientravano dalla spesa e sfaccendati. Memorabili le sue aspre polemiche sulla necessità di un'adeguata retribuzione, al minimo salariale, per le comari che spettegolano sull'uscio dei sottani ma, soprattutto, sulla campagna denigratoria della Fiat Duna, a suo dire vero problema dello stallo produttivo italiano. Tutte le sue invettive sono state raccolte nel saggio filosofico "Le Sanseveresarie".

DEREITANO ODORICO (1955 - vivente), vocabolarista sanseverese. Nutrito a suon di pillole a base d'olio di fegato di merluzzo e pagine intere del Melzi, soffrì molto l'alienazione linguistica che si stabilì con i compagni di quartiere. I suoi reiterati tentativi di mostrarsi sempre cordiale e forbito venivano apostrofati con il solito "Salùtëmë a sòrëtë". Non si perse d'animo, tant'è che un bel giorno prese coraggio e si dichiarò, dopo 5 anni di appostamenti scolastici, ad una pettoruta ragazza minigonnata recitandole una propria lirica di eco stilnovista. Ella, ruminando una gomma, ne fu lusingata e accettò il corteggiamento del nostro sussurrandogli dolcemente e maliziosamente: "Ma dimmi un po', che macchina hai?". Sono felicemente sposati e orgogliosi genitori di due irrefrenabili ragazze di 25 e 20 anni. Autore del mastodontico dizionario "Gaelico e dintorni - Sanseverese e dintorni"

DON VESPASIANO MINGHIOLAZZI (1952 - vivente), prete e saggista sanseverese. Colpito non sulla via di Damasco, ma in un vicolo del centro storico, e non da una folgorazione divina, ma da mezzo tufo, lasciò la famiglia ed entrò ragazzo in seminario. Ne uscì uomo e prete. Di lui ricordiamo le invettive domenicali contro l'aborto terapeutico e la contraccezione. Per merito suo venne edificata una casa famiglia per donne separate e divorziate di età rigorosamente compresa tra i 30 e i 45 anni, tutte spiritualmente curate da lui. Autore del saggio "Come rimettere i propri peccati castigando i peccati degli altri".

GUTTALASSO ANTIMINO (1972 - vivente), giornalista e scrittore locale. Mosse i primi passi professionali nello "Schiamazzo della Capitanata" come correttore di bozze. Fortunatamente la sua ignoranza grammaticale nel distinguere la terza persona del verbo essere dalla congiunzione indusse il direttore a promuoverlo capo redattore. In questa nuova veste fornì le prove più convincenti della sua carriera giornalistica come l'inchiesta su un furto di contraccettivi maschili compiuto dallo stesso farmacista aiutato, in quella occasione, da un fisico e da un ingegnere navale. Per questo articolo ottenne il più alto riconoscimento del giornalismo locale, la "Gomma d'Argento". Prolifico scrittore, di lui ricordiamo lo splendido romanzo "Al di qua del fiume, al di là del ponte", storia di un amore surreale tra un pescatore di frodo e una maestrina elementare che incrociano le proprie vite e le proprie pulsioni scambiandosi languidi sguardi, l'uno sulla riva del fiume, l'altra al finestrino del treno regionale che la riporta a casa. Amore finito tragicamente con la morte di lei, tranciata di netto mentre si sporgeva per salutarlo, dal treno proveniente dalla direzione opposta.

LEGGILAMESSA ASTOLFO (1969 - vivente), numerologo sanseverese. Già a 3 anni, 3 mesi, 3 giorni, 3 ore, 3 minuti e 3 secondi mostrò i segni premonitori della sua carriera: pianse esattamente per 100 minuti quella notte e poi si riaddormentò all'istante, come un angioletto. Lasciata la casa paterna, ormai giovincello, andò ad abitare in una casa di 100 mq, ubicata al n. 100 di via Cento. A tutt'oggi ha scritto un solo libro di 200 pagine esatte, non completo, che termina con la frase "Supponiamo per un" e intitolato "Stratagemmi ed escamotages per non ritornare indietro al gioco dell'oca". Un giorno la sua innocente mania di percorrere esattamente 5000 passi lo portò a non rincasare per il pranzo che consumava sempre alle 13.00 in punto. La moglie, turbata, telefonò ai vigili urbani che, su segnalazione di un passante, riuscirono a rintracciarlo. Purtroppo egli credette di essere braccato ed iniziò a correre dimenticando la conta dei propri passi. Fu l'inizio del suo declino mentale. Ora è ospite della casa di cura "Infinito meno infinito" del professore Otto Ventimiglia. La moglie, poverina, rimpiange i coiti con il marito di esattamente 11 minuti e 11 secondi che si tenevano ogni sabato sera alle 23.00 in punto.

LEGOMENI BERENICE (1980 - vivente), pittrice sanseverese. Rifacendosi all'Action Painting di Jackson Pollock e Willem de Kooning, maturò uno stile proprio, basato non sulla rappresentazione del corpo nudo del modello, ma sul progressivo e sensuale rivelarsi del corpo del pittore, che descrisse come Action Pants. Il quadro, secondo la Legomeni, deve esprimere il mutamento emozionale e fisiologico del modello. Rinomate le sue full immersion artistiche, sensuali incontri di arte figurativa e danza dei sette veli. Le file di modelli davanti al suo atelier superano di gran lunga quelle viste davanti agli Apple Store per il lancio dell'iPad2. I ticket per la selezione si possono prendere nelle tabaccherie convenzionate.

LISO ELISO (1971 - vivente), ex culturista e Mister Capitanata 1999. Non riuscendo a superare il trauma psicologico derivante dal nome appioppatogli dal padre Liso Magdo, maldestro rimatore, iniziò adolescente a fare pesistica, a doparsi e a depilarsi. Raggiunse notevoli risultati a livello muscolare, non potendo esprimersi però allo stesso modo con i propri corpi cavernosi. Dopo anni di psicoanalisi reichiana, ora insegna all'università e conduce ricerche sulle mutazioni genetiche della Drosophila. La professoressa Liso Elisa riceve il giovedì dalle 17.00 alle 19.00: attenzione ulula.

NUNZIANTE ROSINA (1955 - vivente), sorellastra illegittima di Lucia Annunziata, ex-pornodiva dei film hardcore fine anni '70. Particolarità: capezzoli divergenti, mutazione genetica già presente in un'altra parte del corpo della sorella. Ritiratasi a vita privata, ha tirato su un'associazione culturale di ricamo e origami.

QUARTESCHI ARISTOFANE (1947 - vivente), poeta epico e drammaturgo sanseverese. Dotato fin dalla più tenera età di una naturale e spocchiosa insipienza, era solito frequentare solo un giorno di scuola alla settimana, quello dedicato all'educazione fisica, al bricolage e allo scambio delle figurine. Il suo altezzoso comportamento lo portò a ripetere 5 volte la prima elementare ottenendo finalmente la licenza elementare a 30 anni. Decise che bastava così con l'istruzione: per lui il vero insegnamento non poteva arrivare dalla scuola, né dalla strada, ma dalla stanza da bagno, dove trascorreva ore nell'intento di prendere consapevolezza del suo divenire uomo. Di lui ricordiamo il poema epico "La Genoveffa costipata", storia in versi di un'eroina dei giorni nostri, preda della costipazione, non avendo un attimo di tempo, oberata da festini a luci rosse e shopping compulsivo; e il dramma in due atti e mezzo "Uno, nessuno, meno uno uguale zero", sull'alienazione sociale e affettiva di un impiegato del catasto che non soffriva di eiaculatio praecox.

SANTOVINO ANSELMA, eroina del secolo scorso (1933 - 1988). Stanca dei maldestri tentativi di tradimento del marito Otto Primo Gervasi, si travestì da fedifraga ed andò a letto con il marito, che la lasciò perché si scoprì innamorato della moglie. Non sopportando il dolore dell'abbandono, si tagliò le vene con la spatolina della plastilina.

SECONDIANO PRIMIANO (1851 - 1934), celebre fisico sanseverese. Si occupò di termodinamica e meccanica statistica. I suoi sforzi si concentrarono, oltre che in bagno e nel talamo nuziale, anche nella formulazione quantistica dell'ebollizione dell'acqua, legge nota come 4° principio della termodinamica o "scoperta dell'acqua calda". Scontento delle idee della scuola di Copenaghen, tentò, negli ultimi anni della sua infruttuosa esistenza, una descrizione lagrangiana dell'atto sessuale fomentando chiassose liti e ingloriose capitolazioni con la moglie, euleriana convinta.

SFARRATA MARIA LUISA (1966 - vivente), ex-dermatologa. Abbracciò questa professione dopo aver contratto l'herpes zoster, e non solo quello, da Hermes Caratheodorakis, bagnino-pescatore di Corfù. Appassionata di numeri primi, era solita visitare solo un numero primo di pazienti al giorno e asportare o apportare, disegnandoli personalmente, i nei se il loro numero non fosse primo. Radiata dall'ordine, ha aperto una bottega di tattoo a Corfù. Hermes Caratheodorakis, nel frattempo, sta valutando seriamente l'idea di cambiare isola.

TRIPP ROBERT UTO, detto Tripputo, (1960 - vivente), polistrumentista scozzese naturalizzato sanseverese. Front-man della band new-progressive sanseverese "Fish of Ciunnìllë", fraintendimento telefonico del suo discografico inglese che storpiò il vero nome del gruppo, "Pisciavunnèllë". Partendo da ancestrali evocazioni chauceriane e miltoniane, Tripputo ha saputo fondere il sound albionico con il nostro folklore. Ricordiamo la celebre suite "Thick as professor Brick", che occupa due lp, folle psicodramma musicale di un'ora e mezza, irriverente querelle contro il nozionismo scolastico, e il pezzo punk-prog "I prophesy cataclysms and enteroclysms", denuncia musicale del sistema sanitario nazionale sullo sperpero di supposte di glicerina. Ha venduto a tutt'oggi 55275 dischi, numero che eguaglia l'attuale popolazione della nostra città.

UBERTI POSEIDONIA (1966 - vivente), ex-nuotatrice sanseverese, attualmente estetista. Conobbe suo marito, Uberti Norberto, ex professore di filosofia morale, attualmente presidente dei biscazzieri anonimi, sul bagnasciuga di un lido di San Menaio, dove gli prestò i primi soccorsi tramite respirazione bocca a bocca. Riavutosi, in quella circostanza le domandò perché il rossetto non sbavasse a contatto con l'acqua di mare. Ottenuta come risposta la non solubilità dei composti lipidici del rossetto, non polari, con l'acqua, liquido polare, per Norberto fu un vero colpo di fulmine. Bisogna ammettere però che Poseidonia baciava da dea.

VERRUCA ANASSIMANDRO (1944 - 2009), giusnaturalista, veterinario, fine aforista e fabbro sanseverese. Di lui ricordiamo i celebri motti, vere pietre miliari del pensiero del XX secolo: "Femina feminae lupa", "Can che non abbaia è afono", "Il mattino ha l'oro in bocca, mia moglie il sapore di cipolla della pizza della sera precedente", e potrei continuare ma mi fermo qui a riflettere sullo spessore intellettuale del nostro. Indimenticabile la sua arringa nella causa che egli stesso intentò contro se stesso vincendola e costringendo se stesso a risarcirsi e a pagare le spese processuali. Morì tragicamente mentre saldava la ringhiera del suo balcone non accorgendosi che dimenticò la testa tra le sbarre. Lasciò la moglie Linetti Ginetta, il figlio Verruca Eraclito e Zenone la tartaruga.

POESIE PER COSTIPATI

Constipated thinker
Non ho scelto a caso il titolo della raccolta delle mie poesie, ma con il preciso intento di farle leggere quando si è assisi sulla tazza e si sente l'impellente bisogno di uno stimolo per evacuare.


ILLUMINAZIONE
Il tuo amore illumina la mia vita,
solitaria se non ci fossi tu.
Gli dei io ringrazio
per il dono generosamente offertomi.
Amore, non immagini il piacere che provo
quando sussurri di essere la mia cerbiatta...
ma siamo sicuri che io non sia il tuo cervo?

PROCRASTINAZIONE
Amore, attendere più non posso,
è giunto alfine il momento
che tu ti inarchi,
che tu salga su
per prenderlo nel giusto verso.
Le mie mani sui tuoi fianchi
ti sollevano,
ti guidano dove tu l'hai riposto
l'ultima volta che sei venuta.
Ecco il manico,
sollevalo con le mani,
tiralo verso te
e non temere se oscilla un po'.
Brava, tienilo ben saldo
e scendi dolcemente...
amore, perché il trolley è sempre sul ripiano più alto nel ripostiglio?

LUNGA E' LA NOTTE
Lunga è la notte,
la ripara dal giorno una coltre di stelle,
immoto l'aere avviluppa i nostri sensi.
Incroci di strade mai intraprese,
resistere non possono
abiti cuciti nell'ingenua speranza
di mai percorrere oscuri sentieri.
Si palesano a me profumi vissuti,
cullati dal tuo respiro
diventano il background sordo
del mio crescente turbamento.
Il mio sguardo ti cerca,
affamato di parole
che i tuoi occhi ancora non esprimono...
amore, la spia rossa della benzina non serve per illuminare il cruscotto.

LA PORTA
Fiducioso mi avvicino a quella porta,
conscio che le tue mani,
docili ed esperte,
lavorano bene col pennello.
Sorrido immaginando le tue labbra
protese nell'atto di baciare,
ora son rosse
come la passione che ci accende.
Amore t'imploro,
più non domino codesta frenesia...
apri la porta del bagno che non la trattengo più.

PONTI
Un oscuro ricordo
è il ponte che univa il nostro amore,
un tempo suggellato da baci appassionati.
Senza parole mi lasciasti
e la tua bocca accogliermi più non vuole.
Fuggisti lasciandomi nel dubbio,
forse un passato doloroso ti attanaglia?
Rivedere il tuo bel sorriso,
altro non chiedo...
per favore, amore, domani fissa un appuntamento dal tuo dentista.

VINCOLI
Amore, non ci sono calcoli nel mio agire,
su ciò che ci riserva la strada intrapresa.
Non farmi meditare sugli attriti,
con te non voglio prendere scorciatoie.
I vincoli del nostro andare insieme
son più saldi di ogni oscura discesa,
nulla ci potrà più separare.
Ormai libero di cantare il mio amore,
un brivido mi percorre tutto...
non ho aggiustato i freni del tandem stamattina.

CON TE, ANCORA UNA VOLTA
Amore, con te, ancora una volta,
percorro strade già battute;
amore, con te, ancora una volta,
soffro per un gesto frainteso;
amore, da te, ancora una volta,
la mia mano tesa è obliata;
amore, per te, ancora una volta,
ho bisogno di cure che non potresti mai darmi...
amore, tu, ancora una volta,
mi hai schiacciato la mano nella portiera.

DUBBIO
Voluttuoso il tuo corpo,
s'affidava docile a cure non mie.
La vergogna di te
è la fune che lega il macigno del mio dolore.
Ogni giorno il mio animo sprofonda
nel baratro dell'umiliazione,
negletto da visi di giorni felici,
deriso da tronfi farisei.
Lancinante un pensiero mi assilla...
almeno ringraziavi a prestazione conclusa?

FATALITA'
Son qui, al tuo cospetto,
una gelida pietra mi separa
dai tuoi dolci sorrisi,
non posso specchiarmi
nei ridenti tuoi occhi,
non ormeggio più
nel porto sicuro dei tuoi abbracci,
mi mancano i tuoi baci
per veleggiare spedito.
Fedele e comprensiva,
esaudivi ogni mio capriccio,
anticipavi ogni mio pensiero.
Anche quel giorno mi seguisti,
bagnammo i nostri corpi, ebbri di passione,
nel pelago in burrasca...
amore, ne saresti uscita per il rotto della cuffia
se non ne avessi indossata una già rotta.

69
Mani di donna mi toccano,
scivolano insicure lungo il mio corpo;
piccole labbra accarezzano le mie,
afrori da anfratti remoti stordiscono i sensi,
le mie gambe cingono il tuo corpo
che oscilla sinuoso;
danzano i nostri corpi sudati,
l'un l'altro fasciati
in un tango rabbioso;
amore, tu sei voluta venire col 69...
la prossima volta prendiamo il 23.

PASSI
Non può esserci gioia
nella speranza di un perduto amore;
fili recisi che non voglio annodare,
spasmodiche attese ad un telefono muto.
Non provare a convincermi,
non voglio fare quel passo,
non costringermi amore...
c'è una cacca di cane sul marciapiede.
[Poesia scritta a due zampe (Eva) e due mani (Angelo) o viceversa]

DOMANI
Domani non mi ospiterai,
in te non verrò;
domani non appoggerò le mie labbra su rugiadose dolcezze,
non titillerò soffici cunicoli protesi;
domani non mordicchierò turgidi bottoni vermigli,
non calmerò la mia sete di the...
domani il bar sarà chiuso per turno infrasettimanale.

RAMINGO
Ramingo vo per stranieri sentieri,
randagio è il mio cuore,
abbandonato da te.
Randagi i miei pensieri,
non incontrano i tuoi.
Randagi i miei sogni,
i tuoi sorrisi non accarezzano ormai.
Nel vuoto il tuo richiamo cade,
non posso ascoltarti...
fuggo inseguito da un branco di cani randagi.

QUANDO ELLA ARRIVA
Quando ella arriva
non posso far nulla;
quando ella arriva
nel suo gelido abbraccio mi stringe;
quando ella arriva
sento, sotto di me, il lento fluire del suo inesorabile destino...
mannaggia a me,
dimentico sempre l'ombrello.

LA SORPRESA
M'inebrio al ritmo dei tuoi fianchi,
labbra vogliose mi attirano a te,
bacio ogni cm^2 del corpo tuo splendido,
la voglia di te mi trascina...
aspetta,
questa voglia sul braccio sinistro
tu ieri non avevi...
astuta gemella monozigote.

LA FONTE
Ti monto,
orgoglioso di te,
scattante e leggera sotto il mio corpo,
splendente nella luce di questo meriggio primaverile;
ansante stillo sudore,
felice di percorrere anfratti sinuosi,
ti governo sicuro
e alzo lo sguardo bramoso
di libare alla fonte...
porca miseria,
proprio adesso s'è bucata la gomma della ruota anteriore.

PASSAGGI CURVI DI LISA RANDALL

Lisa Randall, Harvard University
Sono seduto alla mia scrivania e mi accingo a digitare sui tasti consunti del mio vecchio portatile le parole che comporranno la recensione del libro della professoressa Lisa Randall "Passaggi Curvi - I misteri delle dimensioni nascoste dell'Universo", per i tipi Il Saggiatore Cultura (2006).
Perché proprio questo libro? La storia è lunga, ma cercherò di riassumerla in un, si spera, non noioso articolo. Era una notte buia e tempestosa... no, non va, incipit già scritto da Snoopy, il bracchetto di Charlie Brown! Ok, non era notte e non c'erano le avvisaglie per un temporale. Era un pomeriggio afoso d'inizio luglio di tre anni fa. Non sapendo che fare, digitai su Google Immagini tre fatidiche parole: fisica, donna, sexy. Il motore di ricerca mi presentò i soliti 961000 risultati nei soliti 0.11 secondi. Oltre alle centinaia di spezzoni di formule in jpeg, un numero, di gran lunga più considerevole, di spezzoni di gambe tornite e tette siliconate, ecco apparirmi tre donne: Margherita Hack (donna + fisica) astrofisica di fama internazionale, Asia Carrera (donna + sexy), ex pornodiva e membro del Mensa, e Lisa Randall (donna + fisica + sexy), fisica teorica presso la Harvard University. Mentre della Hack sapevo già tutto e della Carrera conoscevo già tutto, la Randall m'incuriosì parecchio: bella donna, fisica teorica, per giunta ad Harvard, il massimo per i miei sogni proibiti.
Scoprii altresì che è stata la prima donna ad ottenere la cattedra (professore ordinario) di fisica teorica a Princeton, all'MIT e ad Harvard. La sua breve biografia riportava anche la notizia che il suo libro "Passaggi Curvi" (titolo inglese Warped Passages) era stato inserito dal New York Times nell'elenco dei 100 libri da ricordare per l'anno 2005.
Non mi dilungo oltre sulle doti intellettive ed estetiche della Randall e passo a parlare di "Passaggi curvi". Mi fu regalato da un carissimo amico al quale reinstallai il sistema operativo sul suo computer. Per sdebitarsi egli avrebbe voluto regalarmi una bella forma di caciocavallo (il baratto di piccole cose è ancora una simpatica consuetudine per me), se non avessi gentilmente rifiutato per motivi miei supermassivi. Quindi si orientò verso i Jethro Tull, ma possedevo già l'intera discografia. Per farla breve scelsi io e gli chiesi di regalarmi il libro della Randall.
Il libro è "lungo", come dicevo da fanciullo, al netto della prefazione e degli indici, quasi 500 pagine, belle corpose.
La professoressa Randall inizia ogni capitolo citando il verso di una canzone, presa da un ampio repertorio, che spazia da Frank Sinatra ai Guns'n'Roses passando per Bjork. Inoltre i capitoli sono introdotti da una breve storiella che si sviluppa lungo l'intero libro ed ha come protagonisti due ragazzi, la giudiziosa e riflessiva Athena e il meno giudizioso e un po' scavezzacollo Ike. In forma allegorica questi siparietti introduttivi conducono il lettore verso i punti salienti del capitolo che la Randall dipana con maestria e rigore scientifico, non tralasciando l'imperativo categorico di un discorso semplice e coinvolgente, ricco di esempi riscontrabili anche nel quotidiano.
L’autrice inizia con un breve excursus delle teorie, protese verso una comprensione più profonda della natura, che il suo lavoro di fisica teorica porta avanti, superando anche asperità notevoli, in questo aiutata, oltre che dal suo genio, forse anche dalla sua passione per il jump climbing. Queste nuove teorie, come noterà l'accorto lettore, cercano di unificare tutte le forze ed abbisognano per farlo di lavorare in spazi con extra-dimensioni oltre alle tre spaziali dell'usuale spazio euclideo e a quella temporale, le dimensioni nascoste del sottotitolo del libro.
Nella seconda parte ella descrive le due rivoluzionarie teorie del secolo scorso: la teoria della relatività, opera del genio di un solo uomo, Einstein, e la meccanica quantistica, vero salto di qualità, a livello concettuale, nell'ambito della fisica teorica con l'introduzione della quantizzazione dell'energia e del principio d'indeterminazione.
Nella terza parte del libro la bella professoressa ci coinvolge parlandoci di particelle elementari e lo fa dapprima muovendosi nell'affascinante mondo della teoria quantistica dei campi, esaminando, quindi, le varie interazioni a livello quantistico, spiegando la differenza tra particelle che veicolano l'informazione massiva (fermioni) e particelle che veicolano quella di campo (bosoni), in seguito ci conduce per mano nel luna park dell'unificazione delle forze, iniziando con l'unificazione elettrodebole per sorprenderci poi con un tour nel castello incantato del Modello Standard, teoria fenomenologica che unifica l'elettromagnetismo, l'interazione debole e quella forte, lasciando fuori solo la gravità. In esso incontreremo il meccanismo di Higgs e la conseguente rottura spontanea di simmetria.
Ed eccoci giunti all'ultima parte, quella che coinvolge direttamente l'autrice.
Il Modello Standard non riesce ad unificare la gravità con le altre forze in gioco, è troppo debole; in condizioni normali, è 10-40 volte più debole dell’elettromagnetismo. Einstein tentò invano per decenni di unificare queste due forze.
I fisici delle particelle lavorano ancora bene, anche con le enormi energie in gioco negli attuali acceleratori, senza tirare in ballo una teoria quantistica della gravitazione. Ma i teorici, si sa, sono dei petulanti guastafeste e vogliono sempre indagare a fondo; non si arrendono, finché non scorgono simmetrie nascoste, leitmotiv delle loro ricerche e indice, a parer loro, ma anche nostro, della bellezza della natura.
Cosa accadrebbe, si chiede la Randall, se combinassimo la meccanica quantistica, che si occupa dell'infinitamente piccolo, con la relatività generale, tessuto teorico su cui poggia la cosmologia. Con essa abbiamo che lo spazio-tempo può distendersi o curvarsi come un abito fasciante il corpo di una donna formosa. 
Nel contempo la fisica quantistica postula che su piccole scale le cose diventano casuali. Combinare questi due concetti, spazio-tempo curvo che si modella in base alla quantità di massa presente e casualità insita e sempre più evidente in un viaggio dimensionale a ritroso, implica che, su scale molto piccole, lo spazio-tempo stesso diventi casuale, tendendosi e distendendosi, fino a che eventualmente esso stesso si laceri.
Tutti noi preferiamo immaginare uno spazio-tempo non lacero, ma, perché ciò sia vero, è indispensabile che i blocchi di struttura di base indivisibili della natura non siano puntiformi, ma filiformi, appunto stringhe, che, fortunatamente, hanno una dimensione, la lunghezza. Una lunghezza veramente irrisoria, 10-34 m, ma l’eleganza matematica di questa teoria è per molti fisici teorici ragione sufficiente per proseguire le indagini.
Abbiamo perciò una teoria che ci rassicura sulla resistenza alle lacerazioni del tessuto spazio-temporale, anche a dimensioni  in cui la casualità la fa da padrona. Tutto qui? No, non solo! Le stringhe possono oscillare in un infinito numero di modi differenti. Questa è una idea naturale in musica. Come sappiamo che una ricca e variegata gamma di suoni può essere prodotta soltanto da un singolo violino, così la teoria delle stringhe fa scaturire le differenti particelle e forze proprio dalle armoniche determinate dalle tensioni di queste corde infinitesime che oscillano in una moltitudine di differenti modi.
Sorprendente, ma significativa, è l’ipotesi che lo spazio-tempo non sia quadridimensionale, ma abbia delle dimensioni aggiuntive arrotolate su se stesse e nascoste in uno spazio piccolissimo. Quindi la teoria delle stringhe ci offre un’eccitante visione della natura assemblata con minuscole parti di corda che oscillano in uno spazio con dimensioni nascoste sovrapposte. Riusciremo a dipanare il bandolo della matassa, scusate il gioco di parole voluto, che queste minuscole corde hanno in un certo senso prodotto? Secondo la Randall sì, anche se questo viaggio affascinante ai limiti del nostro potere cognitivo sarà ancora molto lungo ed impegnativo.