mercoledì 4 aprile 2012

BIOGRAFIE, BIOLOGIE E BIOMETRIE DI ILLUSTRI SANSEVERESI


SANSEVERIPEDIA: l'enciclopedia on-line che ti spegne gli ultimi barlumi di conoscenza.

ASSUNTI ANNIBALA, pseudonimo di Annibali Assunta (1971 - vivente), cantautrice sanseverese. L'afflato introspettivo ed intimistico del suo periodo new melodic le derivava dall'attrazione per le piccole cose di ogni giorno, semini di mela, semi di girasole, pastina per neonati, corallini, che introduceva sistematicamente in tutti i suoi orifizi corporei. L'innocente, e poco doloroso, vezzo le procurò una voce sensualmente nasale, dovuta all'intasamento dei turbinati. Di questo periodo, dove il lirismo dei suoi testi raggiunse l'acme con la canzone "Scrivimi ti amo sulle ali di un colibrì", ricordiamo il doppio album "Pochissimi secondi con i secondini" (1991) e il must "Sconosciuti meandri" (1993). Conobbe il suo compagno, attuale tecnico del suono dei suoi concerti, ad un sound-check del gruppo punk-rock statunitense Offspring. Egli la soccorse perché una nota distorta, uscendo troppo distorta da un amplificatore con un wattaggio troppo alto, le provocò la fuoriuscita di tutti i semini, chicchi di grano e corallini che le ostruivano i dotti auricolari. Si sentì rinata e finalmente sentì bene. Grata al suo salvatore, trascorse con lui la prima di una serie ininterrotta di notti di fuoco ed imparò che si potevano introdurre anche cose meno piccole nei propri orifizi. Ora è una viscerale e accattivante cantante metal-rock, incoronata regina dell'hard-rock nostrano dalla rivista musicale "Il flauto dolce soprano". Di questo periodo citiamo il triplo album "Scappatoie e scappatelle" (2002).

BRONISCALCHI EZECHIELE, detto Zì Chechelë (1959 - 2004), antropologo ed etologo sanseverese. Maturò fin da giovane un profondo interesse per i comportamenti animali, umani, delle eventuali future ex-fidanzate, della eventuale futura moglie, delle piante dicotiledoni, degli spettatori di film porno e propri. Ampliando gli studi di Lorenz sul comportamento animale, gli studi di Mendel sulla genetica dei piselli, quelli di Pavlov sui riflessi condizionati, quelli di Reich sulla sessuologia e quelli di Weininger sull'algebrizzazione della sessualità, riuscì, suo malgrado, a catalogare e sistemare definitivamente le classi behavioristiche più importanti, a livello scientifico, dei sanseveresi: i cafardi, gli spaccapiazza, gli allupati, i ciaciacchi, i ruminanti, gli sputacchianti, i pinguini, gli stanziali, gli pseudointellettuali, le orgiaiole, le santocchie e le mamme con il suv, che stazionano ore e in doppia fila davanti alle scuole dei propri pargoli, classe in rapida e minacciosa crescita. Determinò altresì, dopo anni di snervante ma preziosa, sempre dal punto di vista scientifico, attività sessuale, la fenotipologia della femmina alpha sanseverese. Ne sposò una maledicendo, in seguito, il momento in cui prese questa insana decisione. Morì per inedia e chiuso in bagno, dopo aver gridato (confermato dai vicini di casa) per l'intera giornata il nome della moglie, che era momentaneamente a letto con un maschio alpha, perché gli porgesse un rotolo di carta igienica.

BRØNTË JOHANNES, detto 'Mbròntë Giuvànnë (1974 - vivente), poeta e chimico danese naturalizzato sanseverese. Bambino prodigio, si laureò summa cum laude, a soli 13 anni, in chimica teorica all'Università di Copenhagen, discutendo una tesi sul metodo Monte Carlo quantistico applicato ai mobili componibili dell'Ikea. Nel 1994, durante una gita in Italia che avrebbe dovuto portare i Brøntë in Val di Susa, un cartello stradale, preso di mira da cacciatori idioti e da pericolosi delinquenti, indirizzò la simpatica famigliola danese a trascorrere le vacanze estive a Campomarino. Lì Johannes venne irretito da una seducente e polposa signorina sanseverese, meno giovane di lui di qualche anno, segretaria di professione, ninfomane per passione, futura musa ispiratrice del nostro. Lasciata la famiglia, lasciata la professione di ricercatore, lasciata anche Campomarino per San Severo, egli s'immerse completamente nella poesia e nell'arte ludica ma non pudica. Non impiegò molto a trasferire la sua notevole intelligenza dalla chimica teorica al sonetto endecasillabo e all'ars amatoria, diventando in quest'ultimo campo più bravo della sua insegnante. Autore di alcune tra le liriche più struggenti del repertorio nostrano, capisaldi della letteratura erotica italiana, esse sono raccolte in "Turgida è la notte" e "Capezzoli al vento".

CACIOGALLO ANACLETO (1901 - 1960), matematico sanseverese, abachista. Dopo aver trascorso cinquant'anni nel vano tentativo di fare niente, deluso dagli scarsi risultati, si propose di compilare la più grande tavola pitagorica del mondo. Purtroppo la sua morte prematura stroncò anche questo ulteriore disegno. Di lui ci restano un libro, intitolato "Dalla A all'Abaco - Storia di uno sforzo inutile" e un patchwork sul quale è ricamata una tavola pitagorica del 1957 (numero non annata), 20 metri per 20 metri.

DEGATTIS SONIA CRISTINA (1963 - vivente), neurofisiologa sanseverese. Studiosa di biofisica quantistica con particolare attenzione allo spegnimento della coscienza tramite anestetici, che interrompono l'azione dei microtubuli inibendo l’elettrone libero che crea le due diverse conformazioni della tubulina. Conosciuta però per il suo vezzo di ricreare, quando si reca al mercato, la scena della sua prima schienata su buccia di banana. In tal senso viene allestito solo per lei, dai fruttivendoli, un percorso obbligatorio disseminato di bucce. Tutto questo per soddisfare la sua irrefrenabile voglia di farsi notare. In questo momento ha un polso rotto e zoppica perché è stata investita da un bimbetto in triciclo.   

DELPARCO VITTORIO ADALBERTO (1919 - 2001), polemista sanseverese. Esonerato dal servizio militare per insufficienza toracica, riparò in due città che, a parer suo, non avrebbero mai subito bombardamenti: Londra e Cassino. Scampato a innumerevoli azioni belliche, su di lui iniziò ad attecchire la nomea di iettatore, tant'è che la gente si precipitava nei rifugi antiaerei appena si spargeva la notizia della sua presenza. Rientrato a Londra dopo la 2^ Guerra Mondiale, fu folgorato dalla visione del panchetto in Hyde Park e capì allora quale sarebbe stata la sua missione terrena. Nella nostra città si attrezzò inizialmente con una cassetta della frutta rivoltata e rinforzata, posta davanti al Teatro. Nel periodo di maggiore fama, si fece costruire un vero pulpito a piazza Allegato, riunendo per le sue invettive pensionati, ospiti della Marchese, ragazzi che marinavano la scuola, casalinghe che rientravano dalla spesa e sfaccendati. Memorabili le sue aspre polemiche sulla necessità di un'adeguata retribuzione, al minimo salariale, per le comari che spettegolano sull'uscio dei sottani ma, soprattutto, sulla campagna denigratoria della Fiat Duna, a suo dire vero problema dello stallo produttivo italiano. Tutte le sue invettive sono state raccolte nel saggio filosofico "Le Sanseveresarie".

DEREITANO ODORICO (1955 - vivente), vocabolarista sanseverese. Nutrito a suon di pillole a base d'olio di fegato di merluzzo e pagine intere del Melzi, soffrì molto l'alienazione linguistica che si stabilì con i compagni di quartiere. I suoi reiterati tentativi di mostrarsi sempre cordiale e forbito venivano apostrofati con il solito "Salùtëmë a sòrëtë". Non si perse d'animo, tant'è che un bel giorno prese coraggio e si dichiarò, dopo 5 anni di appostamenti scolastici, ad una pettoruta ragazza minigonnata recitandole una propria lirica di eco stilnovista. Ella, ruminando una gomma, ne fu lusingata e accettò il corteggiamento del nostro sussurrandogli dolcemente e maliziosamente: "Ma dimmi un po', che macchina hai?". Sono felicemente sposati e orgogliosi genitori di due irrefrenabili ragazze di 25 e 20 anni. Autore del mastodontico dizionario "Gaelico e dintorni - Sanseverese e dintorni"

DON VESPASIANO MINGHIOLAZZI (1952 - vivente), prete e saggista sanseverese. Colpito non sulla via di Damasco, ma in un vicolo del centro storico, e non da una folgorazione divina, ma da mezzo tufo, lasciò la famiglia ed entrò ragazzo in seminario. Ne uscì uomo e prete. Di lui ricordiamo le invettive domenicali contro l'aborto terapeutico e la contraccezione. Per merito suo venne edificata una casa famiglia per donne separate e divorziate di età rigorosamente compresa tra i 30 e i 45 anni, tutte spiritualmente curate da lui. Autore del saggio "Come rimettere i propri peccati castigando i peccati degli altri".

GUTTALASSO ANTIMINO (1972 - vivente), giornalista e scrittore locale. Mosse i primi passi professionali nello "Schiamazzo della Capitanata" come correttore di bozze. Fortunatamente la sua ignoranza grammaticale nel distinguere la terza persona del verbo essere dalla congiunzione indusse il direttore a promuoverlo capo redattore. In questa nuova veste fornì le prove più convincenti della sua carriera giornalistica come l'inchiesta su un furto di contraccettivi maschili compiuto dallo stesso farmacista aiutato, in quella occasione, da un fisico e da un ingegnere navale. Per questo articolo ottenne il più alto riconoscimento del giornalismo locale, la "Gomma d'Argento". Prolifico scrittore, di lui ricordiamo lo splendido romanzo "Al di qua del fiume, al di là del ponte", storia di un amore surreale tra un pescatore di frodo e una maestrina elementare che incrociano le proprie vite e le proprie pulsioni scambiandosi languidi sguardi, l'uno sulla riva del fiume, l'altra al finestrino del treno regionale che la riporta a casa. Amore finito tragicamente con la morte di lei, tranciata di netto mentre si sporgeva per salutarlo, dal treno proveniente dalla direzione opposta.

LEGGILAMESSA ASTOLFO (1969 - vivente), numerologo sanseverese. Già a 3 anni, 3 mesi, 3 giorni, 3 ore, 3 minuti e 3 secondi mostrò i segni premonitori della sua carriera: pianse esattamente per 100 minuti quella notte e poi si riaddormentò all'istante, come un angioletto. Lasciata la casa paterna, ormai giovincello, andò ad abitare in una casa di 100 mq, ubicata al n. 100 di via Cento. A tutt'oggi ha scritto un solo libro di 200 pagine esatte, non completo, che termina con la frase "Supponiamo per un" e intitolato "Stratagemmi ed escamotages per non ritornare indietro al gioco dell'oca". Un giorno la sua innocente mania di percorrere esattamente 5000 passi lo portò a non rincasare per il pranzo che consumava sempre alle 13.00 in punto. La moglie, turbata, telefonò ai vigili urbani che, su segnalazione di un passante, riuscirono a rintracciarlo. Purtroppo egli credette di essere braccato ed iniziò a correre dimenticando la conta dei propri passi. Fu l'inizio del suo declino mentale. Ora è ospite della casa di cura "Infinito meno infinito" del professore Otto Ventimiglia. La moglie, poverina, rimpiange i coiti con il marito di esattamente 11 minuti e 11 secondi che si tenevano ogni sabato sera alle 23.00 in punto.

LEGOMENI BERENICE (1980 - vivente), pittrice sanseverese. Rifacendosi all'Action Painting di Jackson Pollock e Willem de Kooning, maturò uno stile proprio, basato non sulla rappresentazione del corpo nudo del modello, ma sul progressivo e sensuale rivelarsi del corpo del pittore, che descrisse come Action Pants. Il quadro, secondo la Legomeni, deve esprimere il mutamento emozionale e fisiologico del modello. Rinomate le sue full immersion artistiche, sensuali incontri di arte figurativa e danza dei sette veli. Le file di modelli davanti al suo atelier superano di gran lunga quelle viste davanti agli Apple Store per il lancio dell'iPad2. I ticket per la selezione si possono prendere nelle tabaccherie convenzionate.

LISO ELISO (1971 - vivente), ex culturista e Mister Capitanata 1999. Non riuscendo a superare il trauma psicologico derivante dal nome appioppatogli dal padre Liso Magdo, maldestro rimatore, iniziò adolescente a fare pesistica, a doparsi e a depilarsi. Raggiunse notevoli risultati a livello muscolare, non potendo esprimersi però allo stesso modo con i propri corpi cavernosi. Dopo anni di psicoanalisi reichiana, ora insegna all'università e conduce ricerche sulle mutazioni genetiche della Drosophila. La professoressa Liso Elisa riceve il giovedì dalle 17.00 alle 19.00: attenzione ulula.

NUNZIANTE ROSINA (1955 - vivente), sorellastra illegittima di Lucia Annunziata, ex-pornodiva dei film hardcore fine anni '70. Particolarità: capezzoli divergenti, mutazione genetica già presente in un'altra parte del corpo della sorella. Ritiratasi a vita privata, ha tirato su un'associazione culturale di ricamo e origami.

QUARTESCHI ARISTOFANE (1947 - vivente), poeta epico e drammaturgo sanseverese. Dotato fin dalla più tenera età di una naturale e spocchiosa insipienza, era solito frequentare solo un giorno di scuola alla settimana, quello dedicato all'educazione fisica, al bricolage e allo scambio delle figurine. Il suo altezzoso comportamento lo portò a ripetere 5 volte la prima elementare ottenendo finalmente la licenza elementare a 30 anni. Decise che bastava così con l'istruzione: per lui il vero insegnamento non poteva arrivare dalla scuola, né dalla strada, ma dalla stanza da bagno, dove trascorreva ore nell'intento di prendere consapevolezza del suo divenire uomo. Di lui ricordiamo il poema epico "La Genoveffa costipata", storia in versi di un'eroina dei giorni nostri, preda della costipazione, non avendo un attimo di tempo, oberata da festini a luci rosse e shopping compulsivo; e il dramma in due atti e mezzo "Uno, nessuno, meno uno uguale zero", sull'alienazione sociale e affettiva di un impiegato del catasto che non soffriva di eiaculatio praecox.

SANTOVINO ANSELMA, eroina del secolo scorso (1933 - 1988). Stanca dei maldestri tentativi di tradimento del marito Otto Primo Gervasi, si travestì da fedifraga ed andò a letto con il marito, che la lasciò perché si scoprì innamorato della moglie. Non sopportando il dolore dell'abbandono, si tagliò le vene con la spatolina della plastilina.

SECONDIANO PRIMIANO (1851 - 1934), celebre fisico sanseverese. Si occupò di termodinamica e meccanica statistica. I suoi sforzi si concentrarono, oltre che in bagno e nel talamo nuziale, anche nella formulazione quantistica dell'ebollizione dell'acqua, legge nota come 4° principio della termodinamica o "scoperta dell'acqua calda". Scontento delle idee della scuola di Copenaghen, tentò, negli ultimi anni della sua infruttuosa esistenza, una descrizione lagrangiana dell'atto sessuale fomentando chiassose liti e ingloriose capitolazioni con la moglie, euleriana convinta.

SFARRATA MARIA LUISA (1966 - vivente), ex-dermatologa. Abbracciò questa professione dopo aver contratto l'herpes zoster, e non solo quello, da Hermes Caratheodorakis, bagnino-pescatore di Corfù. Appassionata di numeri primi, era solita visitare solo un numero primo di pazienti al giorno e asportare o apportare, disegnandoli personalmente, i nei se il loro numero non fosse primo. Radiata dall'ordine, ha aperto una bottega di tattoo a Corfù. Hermes Caratheodorakis, nel frattempo, sta valutando seriamente l'idea di cambiare isola.

TRIPP ROBERT UTO, detto Tripputo, (1960 - vivente), polistrumentista scozzese naturalizzato sanseverese. Front-man della band new-progressive sanseverese "Fish of Ciunnìllë", fraintendimento telefonico del suo discografico inglese che storpiò il vero nome del gruppo, "Pisciavunnèllë". Partendo da ancestrali evocazioni chauceriane e miltoniane, Tripputo ha saputo fondere il sound albionico con il nostro folklore. Ricordiamo la celebre suite "Thick as professor Brick", che occupa due lp, folle psicodramma musicale di un'ora e mezza, irriverente querelle contro il nozionismo scolastico, e il pezzo punk-prog "I prophesy cataclysms and enteroclysms", denuncia musicale del sistema sanitario nazionale sullo sperpero di supposte di glicerina. Ha venduto a tutt'oggi 55275 dischi, numero che eguaglia l'attuale popolazione della nostra città.

UBERTI POSEIDONIA (1966 - vivente), ex-nuotatrice sanseverese, attualmente estetista. Conobbe suo marito, Uberti Norberto, ex professore di filosofia morale, attualmente presidente dei biscazzieri anonimi, sul bagnasciuga di un lido di San Menaio, dove gli prestò i primi soccorsi tramite respirazione bocca a bocca. Riavutosi, in quella circostanza le domandò perché il rossetto non sbavasse a contatto con l'acqua di mare. Ottenuta come risposta la non solubilità dei composti lipidici del rossetto, non polari, con l'acqua, liquido polare, per Norberto fu un vero colpo di fulmine. Bisogna ammettere però che Poseidonia baciava da dea.

VERRUCA ANASSIMANDRO (1944 - 2009), giusnaturalista, veterinario, fine aforista e fabbro sanseverese. Di lui ricordiamo i celebri motti, vere pietre miliari del pensiero del XX secolo: "Femina feminae lupa", "Can che non abbaia è afono", "Il mattino ha l'oro in bocca, mia moglie il sapore di cipolla della pizza della sera precedente", e potrei continuare ma mi fermo qui a riflettere sullo spessore intellettuale del nostro. Indimenticabile la sua arringa nella causa che egli stesso intentò contro se stesso vincendola e costringendo se stesso a risarcirsi e a pagare le spese processuali. Morì tragicamente mentre saldava la ringhiera del suo balcone non accorgendosi che dimenticò la testa tra le sbarre. Lasciò la moglie Linetti Ginetta, il figlio Verruca Eraclito e Zenone la tartaruga.

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