mercoledì 23 maggio 2012

I BUONI ROMANZI SI RICONOSCONO DAI BUONI TITOLI - ADDIO ALLE ARMI DI HEMINGWAY

Solita tresca con la 1^ guerra mondiale che fa da sfondo alla vicenda. Lui americano, ambulanziere per l'esercito italiano, s'innamora, ricambiato, di lei, crocerossina inglese.
L'autore, per dare un po' di mordente alla storia e un po' d'intimità ai due piccioncini, s'inventa un ferimento del protagonista, che viene raggiunto, guarda caso, e curato a Milano dalla sua morosa. Trascorrono il periodo di convalescenza e l'intera estate nello studio accurato di una sola arte, ma non vi faccio i disegnini perché ci siamo già capiti. Arriva però l'autunno, le foglie ingialliscono e iniziano a cadere; un lieve presagio di morte avviluppa i protagonisti della nostra storia quando lei gli molla un carico confessando di aspettare un bambino da lui. Logico e inevitabile se ci si dedica assiduamente alla facile arte.
Lui purtroppo deve rientrare al fronte e qui la sorte gli molla un altro carico, la disfatta di Caporetto. Dopo due carichi di questa portata decide che è meglio disertare: la guerra non fa per lui. Allora, invece di arruolarti volontario, perché non sei rimasto negli Stati Uniti dove avresti avviato un negozio di ferramenta e avresti sposato la figlia del droghiere del tuo quartiere? Invece ripari in Svizzera con la tua ganza che, di lì a poco, morirà di parto insieme al nascituro.

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