giovedì 3 maggio 2012

IL FATO QUOTIDIANO - L' ATAVICA PERNACCHIA



I due marescialli
Si può far risalire l'atavica pernacchia agli anni dell'edonismo reaganiano, quindi più o meno alla metà degli anni ottanta del secolo scorso.
A quei tempi le donne indossavano tailleur con paillette e spalline, gonne con spacchi vertiginosi e in testa proponevano acconciature improponibili, che raggiungevano, al garrese, il primo piano.

Anche Eloisa Fulberti, soprannominata la gonna più sculettante del paese, si confezionava in quel modo. Ma Astrolabio Abelardi, per niente turbato e irretito da cotanta sensualità e bellezza, continuava a snobbarla, atteggiamento che ella ricambiava compiaciuta tra le braccia di altri.
Il tapino, per incanalare in modo non cruento le proprie insoddisfatte pulsioni, aveva proposto agli amici di sempre di spernacchiarsi gli uni con gli altri. 

Quella fatidica domenica toccava a lui, infatti non era riuscito a prendere sonno la notte precedente. Come da copione, il fato gli fu avverso. La mattina, sul viale principale del borgo antico, l'aria era immota e, paradossalmente, non si avvertiva il solito demenziale chiacchiericcio domenicale, i soliti "salutami tua sorella", il solito fastidiosissimo rumore dei motorini smarmittati, i soliti melensi e inutili discorsi quotidiani, amplificati dal giorno festivo. Dove hai comprato codesto vestito?... Ma ti sta proprio bene!... Se il tempo mantiene, possiamo andare al mare questo pomeriggio!... Torrefortino ormai vale quanto Riccione e Rimini... Hai assaggiato i mignon del K2? Migliori di quelli del Kilimangiaro... Quella va a letto con quel consigliere comunale e quell'altra con quell'altro assessore... Questo pomeriggio non potrò ascoltare le partite alla radio, perché sono di funerale... e via discorrendo.
Niente di tutto questo: solo un grido si levò alle 12.37 di quella infausta seconda domenica di maggio: ASTROLABIO ABELARDI! Nome e cognome scanditi a gran voce dal suo amico. Gli astanti, che bighellonavano nei pressi del bar Kilimangiaro antistante il K2, sospesero anche quegli sporadici e minimali pensieri, che faticosamente stavano percorrendo le loro sinapsi, come in seguito si appurò dai tracciati di ben due elettroencefalogrammi.
Il nostro scongiurò quel suo amico, gridando a sua volta: No, no! NO!. Ma dall'altro marciapiede, un altro suo amico si profuse in un pernacchione degno di quelli esternati dal grande Totò!

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