martedì 19 giugno 2012

DECALOGO PER COSTIPARE UN' ALTRUI POESIA


Voci insistenti di corridoio, ma anche di cucina, soggiorno, salotto, doppi servizi e box annesso, ammesso che ci sia, mi spingono a stilare, dopo il decalogo per diventare poeti costipati, quello per costipare poesie di altri. Repentinamente e senza frapporre indugio, vado a decalogare:

1. Leggete per sommi capi una poesia nota di un poeta noto o una poesia non nota di un poeta sconosciuto.

2. Parafrasate la poesia prescelta seguendo gli accorti insegnamenti del/la vostro/a maestro/a delle elementari.

3. Lasciate le parole più (se volete meno) significative, seguendo la semiotica del primo Locke o la semantica del secondo Wittgenstein, come capisaldi della vostra costipata traslazione linguistica.

4. Non imperversate con melensi giochi di ingegneria metrica.

5. Se la poesia da costipare ha una metrica, è in rima o vessata da altre liriche stramberie (provate a mettere in rima la parola fegato), non fatevi blandire dai seducenti sospiri di Calliope, Erato, Euterpe, Polinnia e Talia (ho dimenticato qualcuna?) e create solo componimenti dissonanti.

6. Cercate di stravolgere le metafore, le allegorie e le similitudini della poesia da costipare con allegorie, metafore e similitudini che fanno parte del vostro vissuto e non di quello del vostro gatto o dell'amante della/del vostra/o partner: il motto di spirito derivante da tale operazione creerà ilarità, meraviglia, sconcerto, sconforto, ascesi mistica, priapismo, vaginismo, ninfomania, indifferenza, atarassia, aponia, eczema, orticaria, voglia di pizza alla cipolla, conati di vomito, scommesse clandestine e cunicoli spazio-temporali nel tessuto connettivo del/la lettore/trice.

7. Miscelate sapientemente parole semplici, frasi fatte o derivanti da un uso consolidato delle espressioni del luogo e dei neologismi (per esempio sulla faccia della terra, a rotta di collo, non siamo mica qui, minghia, un attimino, non c'è più religione, mi preme sottolineare, non ci vedo più dalla fame) con termini aulici, escatologici, ermetici, quindi autoreferenziali della filosofia, delle religioni e della fisica, possibilmente teorica.

8. Sorprendete il/la lettore/trice con finali a sorpresa che stigmatizzino le ovvietà dell'esistenza.

9. Non bevete alcol, assenzio con o senza laudano e non indugiate in infruttuosi autoerotismi o piacevoli e fruttuosi erotismi con la/il vostra/o partner durante la stesura della poesia costipata.

10. Siate consapevoli che i vostri componimenti rappresenteranno per i Vulcaniani la loro stele di Rosetta.
 

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