domenica 3 giugno 2012

DECALOGO PER SCRIVERE POESIE PER COSTIPATI

Le tavole dei comandamenti

Molti internauti, tra cui mongoli, islandesi, tecnici della stazione meteorologica sullo stretto di Bering, massaie della Patagonia, mi chiedono di illustrare il processo creativo che si nasconde dietro una poesia per costipati.
Voglio innanzitutto ringraziare queste persone che rendono il mio sforzo intellettivo non vano.
Dopo i sacrosanti ringraziamenti parto spedito con i principi fondamentali che si possono riassumere in questo decalogo. Il soggetto deve rispondere a queste caratteristiche:

1. Non avere la benché minima vena poetica, nemmeno per le poesie di Natale o della festa della mamma.
2. Avere un bagno, ben aerato, vicino al posto di concepimento poetico o possedere un notebook/netbook con scheda di rete wireless.
3. Non essere sposato, separato, divorziato o ragazzo-padre (ragazza-madre).
4. Avere ottime nozioni scolastiche, assolutamente non indispensabili nella vita reale, acquisite attraverso svariati decenni di letture di dizionari enciclopedici.
5. Avere una visione disincantata e distaccata della propria e altrui esistenza.
6. Essere dotato di ironia e autoironia, specialmente nell'esercizio allegorico (il cosiddetto motto di spirito) coinvolgente la sfera sessuale-affettiva.
7. Non masturbarsi con inutili e controproducenti esercizi di ingegneria poetica.
8. Le poesie devono tutte essere munite di allegoria finale inversa, esprimere in realtà il significato vero del termine allegorico delineato dalla presunta situazione riconducibile, il più delle volte, a un rendez-vous erotico.
9. Miscelare sapientemente sarcasmo, disincanto, ironia e autoironia.
10. Tirare la catenella dello sciacquone dopo avere evacuato.

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